Leggo
su una rivista specializzata in fuoristrada su due ruote un lungo
articolo su Don Ignacio Verneda Casasayas presidente della commissione
sportiva trial della Federazione Internazionale.
Non
ho potuto evitare di sobbalzare sulla sedia quando ho letto che
afferma che “più del 95% di tutti i trialisti giudica positivamente
il ritorno al trial no-stop”, cioè il fatto che venga penalizzata
la fermata in zona, e che “per il futuro si dovrà arrivare alle
no-stop pure”, cioè a penalizzare con il massimo delle penalità,
cinque punti, la fermata in zona. L’importante è “creare la
mentalità giusta”.
Mi
sembra che come al solito i “politici” della situazione si beino
per le loro trovate senza nemmeno rendersi conto di ciò che dicono e
sostengono.
Tanto
per cominciare qualunque esperto di statistica vi potrà dire che
nemmeno per temi più importanti e quasi ovvi, se si considera un
campione statisticamente valido, è possibile raggiungere il 95% di
consensi, figuriamoci per il trial no-stop... E se si trattasse solo
di un’impressione più che di una vera statistica allora sarebbe
meglio specificarlo !
Personalmente
conosco alcune persone (tre) che hanno abbandonato il Trial proprio a
causa dei nuovi regolamenti (divieto di spostamenti, penalità per la
fermata in zona, ecc.) e alcune meditano o hanno meditato di
abbandonarlo per lo stesso motivo ma non conosco nessuno che abbia
deciso di cominciare o ricominciare a praticare questo sport proprio
SOLO o ANCHE in virtù del divieto di fermarsi in zona o di
spostare da fermi ! E il fatto che il numero dei praticanti in questi
ultimi due/tre anni sia aumentato dipende, a mio avviso con certezza,
da fatti che con i nuovi regolamenti non hanno nessuna relazione ma
delle quali non ritengo sia in questo ambito né utile né
interessante discutere (economia, tendenze di spesa, nuove
generazioni, moto club, ecc. ...)
Certo
il divieto di spostare la moto in zona e soprattutto di retrocedere
hanno aiutato il trial, ma solo ai livelli più alti, ad uscire da una
situazione di staticità ed eccessivo inasprimento delle difficoltà
delle zone tracciate che limitavano la possibilità di partecipare a
gare di alto livello a pochi piloti. Ma il divieto di fermata cosa
rappresenta esattamente ? A chi giova ? Se un pilota non può
spostare la moto e non può retrocedere cosa ci starebbe comunque a
fare fermo davanti ad un ostacolo ? Tra l’altro non è nemmeno
vero che così si velocizza l’uscita dalla zona perché oggi come
oggi un pilota che abbia la sventura di fermarsi può a quel punto
restare fermo quanto vuole che sempre una penalità prende. Certo in
quest’ottica la no-stop pura avrebbe senso ma a quel punto di che
sport si tratterebbe ? E chi dice che si deve tornare alle
origini su cosa basa queste convinzioni ? Ricordo che alle
origini non ci si fermava in zona perché non era possibile farlo pena
il fiasco ma solo per motivi tecnici : ripartire con moto di
quasi 200 Kg con frizioni e rapporti del cambio non certo paragonabili
a quelli odierni era un’impresa.
E
poi il “surplace”, che con le nuove regole non ha più motivo di
esistere, non è da sempre stata una tecnica tipica del trial della
quale troviamo descrizione in qualsiasi manuale o corso (magari in
videocassetta) riguardante il trial fin dai tempi (trialistici)
più lontani ? Anzi, tempo fa si facevano anche piccole “gare” di
surplace e il campione si riconosceva anche per questa sua particolare
abilità.
Insomma
parole come modernità, progresso e simili, che certo non hanno insiti
necessariamente concetti positivi ma nemmeno necessariamente negativi,
sono sconosciute a coloro che sulla “pelle” di noi piloti decidono
quotidianamente come snaturare il nostro sport ?
Consideriamo
anche che con i nuovi regolamenti tecnicamente le moto dovranno andare
incontro necessariamente ad una involuzione tecnica ma dire che questo
è un bene mi sembra assai azzardato. Insomma vi immaginate di dover
per regolamento tornare a correre con moto pesanti e a due
ammortizzatori perché così, secondo loro, il trial ci guadagna ?
O magari dall’anno prossimo trovarsi con il divieto ad utilizzare la
frizione in zona “perché alle origini era così” ? E tutto
questo deciso da persone che o non hanno mai praticato questo sport o
che non lo praticano da moltissimi anni e non hanno nemmeno modo di
rendersi conto di ciò che stanno facendo.
Il
trial è da sempre una lotta innanzitutto del pilota contro
l’ostacolo combattuta con la tecnica e soprattutto con la
concentrazione e lo studio dello stesso per poterlo poi affrontare al
meglio. I lunghi surplace in genere servono (servivano) proprio a
questo e forse anche questo era secondo me il bello del trial :
“il tempo non conta, prenditi tutto il tempo che ti serve per
vincere la tua sfida” potevi dire a te stesso una volta...
Proprio
il fatto che il tempo e la velocità non contasse niente inoltre era
motivo di originalità del nostro sport oltre che, a volte, di vanto.
E invece da quest’anno hanno pensato pure, sempre i nostri geniali
“benefattori”, di utilizzare il tempo di gara come discriminante
per i parimerito : chi primo finisce la gara, andando veloce in
trasferimento, studiando poco le zone, e così via, in caso di
parimerito vince... ! Insomma io non riconosco più lo sport che
fin dall’età delle scuole elementari mi ha sempre, fino ad oggi,
appassionato. Ebbene uno di quelli che grazie ai nuovi regolamenti
medita di abbandonare il trial sono anche io. Penso che entrare in
zona con il diavolo che ti rincorre e ti obbliga a non guardare quasi
dove metti le ruote perché il rischio di fermarsi non può essere
corso, mi riferisco alla no-stop pura, e che pur di non fermarti ti fa
preferire al primo intoppo mettere a terra tutti i piedi di cui
disponi e cominciare a spingere piuttosto che tentare un recupero mi
sembra veramente un altro sport.
(Da
tempo ormai quando esco in moto (sempre meno purtroppo...) per
allenarmi provo a percorrere le zone sia con i nuovi che con i vecchi
regolamenti e sicuramente trovo molto più divertenti i vecchi e
questo mio commento non arriva a caldo dopo una settimana dalla prima
applicazione dei nuovi regolamenti ma dopo oltre due anni in cui sto
cercando di abituarmici ! Insomma questa mia impressione arriva a
mente più che “fredda”.)
Vi
ricordate poi quando sempre questi “signori” tre anni fa, se non
erro, permisero per regolamento la retrocessione con il piede a terra ?
Assistere ad una gara di campionato mondiale lasciava assai perplessi :
sembrava di vedere piloti alle prime armi e invece si aveva a che fare
con Tarres e compagni... E questi “signori” con tutto il loro
genio non avrebbero potuto prevedere ciò che per tutti noi piloti
alla prima lettura dei regolamenti usciti dalle loro menti era
sembrato subito ovvio ? Poi se ne sono accorti anche loro, dopo
un anno di scempi, e hanno provveduto a rimediare... (diciamo
rimediare...). Credo che
quei “signori” che nella loro arrogante convinzione di avere
sempre la ricetta migliore per tutti i mali non si preoccupano mai di
chiedere l’opinione dei diretti interessati o che cercano di coprire
i loro errori dietro a statistiche inventate, difficilmente potranno
migliorare il Trial. Però mi piacerebbe tornare a praticare un trial
non snaturato e trasformato in qualcos’altro. Penso che per questo
sia necessario che chi pensa come me si faccia sentire. Insomma se
sono solo a pensarla così non potrò fare altro che ritirarmi e
dedicarmi ad altro sport (per la verità l’ho già individuato...)
ma se molti la pensassero come me facciano in modo di farlo sapere
affinché i “signori” non continuino impunemente a propinarci
stupidaggini tipo “il 95% concorda” e ad inventarsi nuove regole
“per il nostro bene” che ci spingano alla disaffezione verso il
nostro sport.
Personalmente
credo che il divieto di retrocedere in zona sarebbe più che
sufficiente a risolvere i problemi che il trial lamentava senza
dover vietare né la fermata né gli spostamenti da fermo: lo
spostamento sarebbe così un rischio che il pilota si prenderebbe
volontariamente (spostare da fermo comporta sempre il rischio di
una seppur minima retrocessione) mentre il non poter retrocedere
impedisce comunque di poter eseguire estenuanti (per chi guarda)
manovre per posizionare il mezzo nel modo migliore. Tutto ciò
permetterebbe comunque di continuare a tracciare zone con difficoltà
comunque accessibili e nello stesso tempo permetterebbe a chi magari
possiede doti tecniche superiori di poterle evidenziare più
facilmente : essere inseguiti dal diavolo non ha mai aiutato nessuno a
dimostrare le sue capacità nel modo migliore...
E
i giudici ? Chi pensa ai giudici che anche se si impegnano
al massimo prima o poi cadono in qualche errore o dubbio
interpretativo (si sarà fermato o no ? gli do uno o no ? ha
spostato da fermo o si stava leggermente muovendo ? bohhh... !)
? Attualmente ai giudici viene chiesto di dare un’interpretazione
talmente soggettiva delle regole che già di per sé denotano un
errore nei regolamenti stessi. Un regolamento deve permettere una
interpretazione il più univoca e semplice possibile (se il
giudice è miope, sordo, distratto o “solo” disonesto questo è un
altro problema) : il piede tocca o non tocca, il motore si spegne
oppure no, lo spostamento si può fare o non si può fare ma come si
può giudicare facilmente se uno spostamento viene eseguito con il
mezzo completamente fermo oppure se eseguito durante una “fermata
dinamica” (quei geni l’hanno chiamata proprio così ! la
prima volta che l’ho sentito non ho potuto trattenere le risate...)
E
i piloti che non sanno mai che metro di giudizio viene utilizzato dai
diversi giudici in una stessa gara ?
Avete
mai provato a valutare l’operato dei giudici in una gara ? C’è
chi vede fermate ovunque, chi non le considera, chi le considera solo
quando se ne ricorda oppure solo in base al colore della maglia che
indossi. Poi ci sono quelli che ti danno uno ma non si ricordano perché
e se glielo chiedi si salvano dicendoti che ti sei fermato (la zona
però era tutta in discesa e tu avevi i freni rotti... ma il giudizio
del giudice non si discute) e così via. Insomma non sai mai come
affrontare un passaggio a rischio di fermata e anche se guardi gli
altri come fanno e fai lo stesso a te danno sempre un punteggio
differente...
Insomma,
“signori”, il trial aveva le stesse regola da decenni, magari
necessitava di piccole modifiche, ma voi in due/tre anni l’avete
trasformato in un altro sport (pretendendo però di continuare a
chiamarlo nello stesso modo) che non mi piace più. Grazie.
Riassunto :
I
geni che ritengono di essere benefattori del trial e che decidono le
regole del NOSTRO gioco (loro o non hanno mai giocato o non giocano più
da molto tempo) hanno fino ad oggi provveduto a :
1)
permettere la retrocessione con il piede a terra così Tarres e
compagni sembravano impediti...
2)
vietare la fermata in zona : o la va o la spacca,
l’attesa del momento migliore e del modo migliore di affrontare
l’ostacolo non esiste più
3)
il surplace, una delle manovre più tipiche del Trial non
esiste più
4)
il tempo di gara come discriminante per i parimerito : ora
il trial è anche sport di velocità, sfrecciare a quasi 100 km/h sui
sentieri è oggi utile oltre che consigliabile
5)
inventare la paradossale “fermata dinamica” (traducibile
come “la fermata in movimento”, cioè quel tipo di fermata, ci
hanno pure spiegato, di chi sta fermo ma... mentre si muove ! ? !
) così i giudici devono giudicare l’ingiudicabile ed i piloti ne
fanno le spese
6)
considerare opportuno arrivare al no-stop puro così che
nessuno rischierà più i recuperi in zona ma alla prima difficoltà
appoggerà subito il/i piedi a terra (...che bello !)
7)
dirci che il 95% dei piloti apprezza il loro operato (un
plebiscito...) e che grazie a queste regole, qui brevemente riassunte,
e quindi per merito loro, il numero dei trialisti è aumentato... ! ? !
(io direi che è un merito dei trialisti essere aumentati nonostante
questi geni...)
8)
tentare di convincerci che quando le moto pesavano 200 Kg, non
avevano frizioni facilmente utilizzabili, non avevano ammortizzatori,
il cambio era di concezione stradale e quindi non fermarsi era regola
di necessità il trial era più bello e là bisogna tornare. Mi
permetto di rubare una frase che mi è stata scritta : “forse questi
“signori” hanno una nostalgia nascosta del trial che facevano
loro”. E vogliono farlo fare a noi !
Mi
rivolgo adesso a tutti i trialisti praticanti : proviamo a fare
un sondaggio (sono così di moda) e vediamo chi pensa come me e chi
pensa che sia invece giusto ciò che si è fatto in questi anni e che
si pensa di fare per i prossimi.
Inviate
una E-Mail all’indirizzo < arcturus@iol.it > con oggetto
“sondaggio regole trial” e scrivete :
1)
SI, concordo con i nuovi regolamenti : avanti così. Mi
piace la no-stop pura.
2)
NO, non concordo con i nuovi regolamenti. SI alla fermata in
zona. SI agli spostamenti. NO a qualsiasi retrocessione del mezzo.
3)
altro .................................
Cercate
di rispondere numerosi ed eventualmente aggiungente qualche breve
commento. Mi raccomando : scrivete anche se non concordate
affatto con il mio pensiero.
Appena
avremo un buon numero di dati provvederemo a pubblicare i risultati.
Poi li faremo avere, se sarà il caso, ai responsabili della nostra
FMI e perché no, a Don Ignacio Verneda Casasayas... e al suo 95% !
Grazie
a tutti e ciao !
Luigi
e-mail>>> arcturus@iol.it
<<< |