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Hard Trial
Prova 3 - 12 luglio Loalità:
Sarre (Ao)
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Nuovo









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Mappa Google della località Visualizzazione ingrandita della mappa |
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informazioniVenerdì 10 luglio 2009
• dalle ore 17:00 alle ore 22:00 accesso parco conduttori
Sabato 11 luglio 2009
• dalle ore 08:00 alle ore 22:00 accesso parco conduttori
• ore 09:30 verifica alle zone controllate (giuria)
• dalle ore 14:30 alle ore 16:30 controlli tecnici ed
amministrativi
• dalle ore 15:30 alle ore 17:30 visita alle zone di gara dei
piloti ed assistenti
• ore 18:00 Riunione comitato Operativo Organizzativo
• ore 18:30 Briefing piloti e direttori sportivi
Domenica 12 luglio 2009
• dalle ore 07:30 alle ore 08:30 Controlli tecnici ed
amministrativi per tutte le categorie
• dalle ore 07:30 alle ore 08:45 Apertura ingresso parco chiuso
Juniores - Femminile
• ore 07:30 ritrovo Giudici di Zona
• ore 08:50 esposizione ordine di partenza categorie Juniores -
Femminile
• ore 09:00 ritrovo al palco partenza e partenza di gruppo, con
scorta fino all'inizio mulatiera, piloti categorie Femminile e
Juniores
(n° 8 zone di gara, n° 2 giri)
• ore 09:30 partenza dall'area “il paradiso del trialista” in
loc. Bellun del primo concorrente categoria Juniores e Femminile
• dalle ore 10:00 alle ore 11:00 Controlli tecnici ed
amministrativi solo per I piloti delle categorie HTR1 – HTR2
• alle ore 09:30 alle ore 11:30 visita alle zone di gara dei
piloti ed assistenti categorie HTR1 -HTR2
• ore 11:30 esposizione ordine di partenza categorie HTR1 – HTR2
• dalle ore 11:30 alle ore 12:30 apertura ingresso parco chiuso
categorie HTR1 – HTR2
• ore 13:00 partenza primo concorrente Hard Trial (categorie
HTR1 – HTR2)
(n° 12 zone di gara , n° 2 giri)
• ore 17:30 circa premiazioni presso area partenza vicino al
municipio
• ore 20:00 chiusura Paddock.
PARTENZA: IN LOCALITA' TISSORET PRESSO IL MUNICIPIO DI SARRE
PADDOCK: PARCHEGGIO DELLA STAZIONE IN LOCALITA' SAINT MAURICE
PARCHEGGIO DELLE SCUOLE IN LOCALITA' TISSORET
PARCHEGGIO DEL CASTELLO IN LOCALITA' LALEX
GARA JUNIORES
(CATEGORIE FEMMINILE – JUNIORES B1 – JUNIORES B2
JUNIORES C1- JUNIORES C2 – JUNIORES D – JUNIORES E)
Tempo di gara:
Il tempo di gara partirà dall'area di trial autorizzata “Il
paradiso del trialista” presso il gazebo del cronometrista, dove
verranno consegnati i cartellini.
Dalla partenza vicino al municipio di Sarre al gazebo del
cronometrista I piloti hanno 30 minuti di tempo per arrivare,
dopo di che parte il tempo di gara.
Tempo primo giro : ore 02:00
tempo secondo giro : ore 01:30
Tempo totale di gara : ore 03:30 + 30 minuti
Il tempo del secondo giro sarà rilevato al gazebo del
cronometrista presente nell'area autorizzata “Il paradiso del
trialista” ed il pilota avrà 30 minuti per arrivare al palco
partenza situato presso il municipio e consegnare la moto al
parco chiuso.
GARA HARD TRIAL
(CATEGORIE HTR1- HTR2)
Tempo di gara
Il tempo di gara partira dal palco partenza presso il municipio.
Il tempo del primo e del secondo giro, saranno rilevati presso
il gazebo del cronometrista sito nell'area autorizzata “Il
paradiso del trialista”“.
I piloti avranno a disposizione 30 minuti per recarsi alla
partenza presso il municipio e consegnare la moto al parco
chiuso.
Tempo totale di gara : ore 4:00 + 30 minuti
tempo primo giro : ore 2:30
tempo secondo giro : ore 1:30
Il paese
Al limitare della conca di Aosta, si estende il territorio del
comune di Sarre che, dal fondovalle solcato dalla Dora Baltea,
risale il versante montuoso sulla sinistra orografica
raggiungendo i 3061 metri del Mont-Fallère, con un'estensione
complessiva di circa 28 chilometri quadrati.
La buona esposizione di queste terre ha permesso sin
dall'antichità la fondazione di numerosi villaggi oggi
circondati da estesi frutteti e da vigneti.
Il toponimo "Sarre", secondo alcuni autori, deriverebbe dalla
voce preromana sarra, nel significato di "stretta tra i monti",
secondo altri deriverebbe invece dal celtico sal, con il
significato di abitazione o di casaforte.
Dal 2000 il comune di Sarre è entrato a far parte della Comunità
Montana Grand-Paradis.
Come arrivare
Sarre, nel cuore della Valle" recita lo slogan. In effetti il
nostro paese si trova lungo l'asse centrale della regione, in
direzione Courmayeur, subito dopo aver oltrepassato il
Capoluogo, Aosta. Chi giungesse in Valle attraverso l'autostrada
A5 può scegliere, indifferentemente, le uscite Aosta Est ed
Aosta Ovest. Nel primo caso è necessario percorrere la strada
statale 26 in direzione ovest, attraversando i paesi di Quart e
Saint-Christophe e la città di Aosta, per giungere al confine
est del territorio comunale di Sarre (frazione La Grenade). Nel
secondo caso, più immediato, l'uscita corrisponde con il confine
Ovest del nostro Comune, in corrispondenza del Castello Reale.
Da qui, in corrispondenza di un semaforo, si giunge rapidamente
sulla SS 26, dorsale che con un percorso di tre Km. attraversa
interamente il paese.
Per raggiungere Sarre provenendo dall'alta Valle, o dai famosi
collegamenti internazionali con la Francia (tunnel del Monte
Bianco e valico del Piccolo San Bernardo) occorre seguire la
strada statale 26. Chi invece giungesse dalla Svizzera (tunnel e
valico del Gran San Bernardo) dovrà percorrere la SS 27 fino ad
Aosta e svoltare a destra in direzione Courmayeur all'altezza
del congiungimento con Via Parigi.
In treno, partendo dalla stazione di Aosta, in direzione
Pré-Saint-Didier, la prima fermata e la stazione di Sarre, in
prossimità della quale si può accedere al centro storico del
comune.Nelle adiacenze della stazione ferroviaria di Aosta si
trova anche l'autostazione, da cui partono tutte le linee di
trasporto passeggeri su gomma. A tutte le ore, è possibile
trovare pullman diretti verso l'Alta Valle che effettuano
numerose fermate sul territorio di Sarre lungo la SS 26.
Cosa visitare
IL CASTELLO:
Ubicato in posizione elevata, l'antico maniero è costituito da
un grande edificio dal quale si erge una torre quadrata. La
costruzione primitiva, di cui oggi non rimangono che i basamenti
della torre, venne iniziata nel 1242 da Giacomo di Bard,
fondatore della casata dei Sarre. Appartenne a questa famiglia
sino al 1364, anno in cui, in seguito alla morte di Pietro di
Sarre, ultimo erede maschio, Amedeo VI di Savoia lo affidò a
Enrico di Quart.L'edificio ebbe poi diversi proprietari fino
agli inizi del 1700, quando venne acquistato dal barone
Jean-François Ferrod, socio del conte Perrone di San Martino
nello sfruttamento delle miniere di Ollomont. Il Ferrod modificò
radicalmente l'edificio demolendo le mura in rovina e
conservando solo la torre. A lato dell'edificio, nel 1713,
edificò la cappella dedicata a santa Barbara e a san Nicola.
Interessante, al suo interno, la tavola in legno intagliato, del
XIV secolo, raffigurante il Mistero dell'Annunciazione. Fallito
il Ferrod, il castello pervenne ai Rapet, ai Nicole di Bard e ai
Gerbore.Nel 1869 re Vittorio Emanuele II acquistò il castello,
per il prezzo di 55.000 lire, dal notaio Gerbore Leonardo di
Aosta. Il re fece costruire le scuderie e sopraelevare l'antica
torre, trasformandola in osservatorio. Divenne residenza del
sovrano durante i suoi soggiorni di caccia in Valle d'Aosta e i
trofei venatori andarono a riempire le pareti di alcune stanze.
Una linea telegrafica permetteva i collegamenti con
l'accampamento di caccia di Orvieille, in Valsavarenche. Dopo
vari interventi decorativi effettuati da Umberto I, il castello
fu abitato dai Principi di Piemonte, Umberto e Maria Josè,
durante i loro soggiorni di villeggiatura in Valle d'Aosta.Nel
1989 il complesso fu acquistato della Regione Valle d'Aosta e,
dopo lavori di adeguamento normativo, di restauro e di
allestimento, curato dalla Sovritendenza ai Beni Culturali, è
oggi nuovamente aperto al pubblico.Al piano terra, un museo
illustra la storia del castello, il suo rapporto con le più
antiche dimore sabaude di caccia, le fasi di ammobiliamento e di
rinnovamento abitativo, attraverso disegni e inventari
storici.Al piano nobile, èpossibile percorrere la galleria
monumentale, visitare la gran sala del gioco e dei trofei
venatori e alcune stanze private. Ritratti, cimeli, fotografie,
stampe, libri, oggetti preziosi, dipinti, sculture e arredi di
pregio accompagnano il visitatore lungo il percorso museale.
La chiesa parrocchiale di Saint-Maurice:
La chiesa vanta origini assai remote. E', infatti, possibile
datare all'XI secolo l'abside sui cui muri poggia il massiccio
campanile romanico, caratterizzato da tre serie di aperture la
prima a bifora, la seconda e la terza a trifora e da motivi
decorativi in terracotta ad archetti e denti di sega.
La parrocchiale dipese dal priorato di Sainte-Hélène sino al
1573, quando il priorato e, quindi, anche la parrocchia di Sarre
furono posti sotto la giurisdizione del vescovo di Aosta.
La chiesa attuale fu costruita nel 1643 e consacrata da
monsignore Vercellin l'11 luglio 1645. Una nicchia, al di sopra
del portone d'entrata, ospita una scultura raffigurante san
Maurizio a cavallo. All'interno, sul lato sinistro, è esposta
una tela, proveniente dalla cappella di Champé, raffigurante la
Vergine e il Bambino, la decapitazione di san Giovanni Battista
e i santi Maurizio, Sebastiano e Grato. Subito dopo, l'altare di
San Giuseppe in legno dorato dipinto: ai lati della statua
raffigurante il Santo, sono poste due tele che ritraggono
probabilmente Sant'Agostino e Santa Monica. In fondo alla parete
è collocato l'altare della Vergine del Rosario risalente alla
fine del XVIII secolo: alle due colonne tortili esterne se ne
affiancano altre due formate da angeli-cariatidi; i Misteri del
Rosario incorniciano la nicchia centrale.L'altare maggiore, del
XVIII secolo, anch'esso in legno dipinto e dorato, presenta
un'alzata tripartita da colonne tortili. La pala d'altare, che
ritrae San Maurizio con i suoi compagni martiri della legione
tebea, è sormontata dalla croce dell'ordine mauriziano, sorretta
da angeli e affiancata dalle statue di san Giocondo e di san
Grato. Nella parte superiore è scolpita l'Assunzione della
Vergine con le statue di Sant'Anna e Santa Margherita; al di
sopra, il Cristo risorto e il Padre Eterno benedicente.Degno di
nota è il crocifisso ad arco trionfale databile al XV secolo.
Sull'altro lato della navata si trova l'altare dedicato a
Sant'Antonio, databile tra la fine del XVIII e l'inizio del XIX
secolo. Troviamo infine l'altare di recente fattura dedicato a
Santa Rita e una tela settecentesca raffigurante la Visitazione.
Sulla tribuna sovrastante l'ingresso, si trova l'organo
risalente forse alla seconda metà dell'Ottocento e ampiamente
restaurato nel 1907 da Carlo Pera, organaro operante a Torino.
Dietro l'abside attuale, si trovano la vecchia sacrestia e
l'abside romanica a forma semicircolare. Le pareti sono
ricoperte da affreschi del XV secolo che raffigurano, al centro
del catino, Cristo con i simboli dei quattro evangelisti; sul
lato destro, San Maurizio a cavallo e, nell'angolo superiore
sinistro, gli stemmi del vescovo Oger Moriset (1418-1434) e di
Guglielmo di Montey, priore di Sainte-Hélène nel 1421; sul
risvolto del muro absidale è inoltre visibile l'Ecce Homo.Gli
affreschi presentano delle analogie con quelli che decorano la
cappella di La Madeleine a Gressan, attribuiti a Giacomino di
Ivrea, pittore attivo in varie località della Valle tra il 1425
ed il 1475. Nel 1973, per iniziativa del parroco Amato Chatrian,
le finestre della chiesa sono state ornate con vetrate
realizzate su disegno del pittore Franco Balan di Aosta.
La chiesa parrocchiale di Sant'Eustachio
Dal priorato di Sainte-Hélène dipendeva, oltre alla chiesa
parrocchiale di Saint-Maurice, anche la parrocchiale di Sant'Eustachio
di Chesalet, il cui edificio risale al XVII secolo, ad
esclusione del portale tardo-gotico e del campanile, databile ai
secoli XII-XIII.La torre campanaria, a pianta quadrata con
copertura piramidale, presenta una serie di finestre crescenti
numericamente dal basso verso l'alto (monofore, bifore e
trifore), L'antico portale in pietra, con stipiti e arco a tutto
sesto in pietra lavorata e stemma centrale dei Savoia, risale al
XV secolo. Alla fine del XVIII secolo, la travatura lignea del
soffitto della chiesa fu sostituita con volte decorate e
affrescate. A sinistra dell'ingresso è allestito un piccolo
museo che conserva oggetti d'arte di particolare pregio
appartenenti alle cappelle di pertinenza. Partendo dall'alto si
vedono: una coppia di angeli ceriferi in legno dorato e dipinto
del secolo XVIII provenienti dalla cappella di Saint-Joconde,
due calici del XV secolo, due angioletti lignei del XVII secolo,
tre reliquiari ad urna in legno intagliato e dorato del secolo
XVIII, tre croci astili in metallo dorato, con capicroce in
forma gigliata, databili al XVII secolo. Dei due calici esposti,
quello posto in basso, in rame dorato, proviene dalla cappella
di Saint-Joconde; il motivo a perlinatura che orna il piede del
calice insieme alla croce incisa caratterizzano una serie di
calici, databili all'inizio del XVI secolo e diffusi in tutta
l'area alpina.L'altare maggiore ligneo, con al centro una tela
raffigurante la Vergine con il Bambino e i santi Antonio,
Giuseppe, Giovanni Evangelista ed Eustachio santo patrono di
Chesallet festeggiato il 20 settembre fu realizzato nel 1811
dagli scultori valsesiani Giuseppe Antonio Broccio e Giuseppe
Antonio Gilardi. Sulle pareti laterali del presbiterio, due
mensole sorreggono le statue di San Grato e di San Giocondo.
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