Test Scorpa T-Ride

Test scorpa T-Ride
lunedì 21 aprile in quel di Clusone, patria dell’ enduro ci siamo trovati per testare questa nuova moto che si propone di aprire un nuovo filone di moto tuttofare per il motoalpinismo o per l’enduro estremo, certo non è un trial, ma l’ interesse di molta gente e la disponibilità dell’importatore a lasciarcene un esemplare per un giorno ha fatto si che potessimo provarla.
Purtroppo il meteo non è stato favorevole:pioggia torrenziale , fango e neve in alto, e la macchina fotografica ha patito le conseguenze piu’ della moto.

Per il test ci siamo avvalsi di un provetto endurista come Flavio Petrogalli , ex campione lombardo e ora motoalpinista con il trial che ringraziamo per la disponibilita’ a testare la moto praticamente sotto la “doccia”
Ecco le impressioni del nostro tester:

Nel complesso la moto mi è sembrata 'giusta' di telaio e geometrie.
Forcella ottima sia per quel che riguarda l'utilizzo trialistico che enduristico, anche se mi sarebbe piaciuto provarla con coperture da enduro e in altre condizioni climatiche, per fare qualche curva medio/veloce da seduto per testarne la guidabilità “enduristica” anche su prato.
L'ammortizzatore da taratura di serie è troppo duro oppure troppo precaricato, cosi come esce di serie può andar bene solo per un pilota veramente pesante .
Questo ne ha pregiudicato il comportamento generale in salita e in pianura,sia ad andatura lenta che veloce perchè non si riusciva a farlo lavorare per bene
Su di un veicolo tuttofare come questo,è di primaria importanza avere sul posteriore una risposta morbida e 'sincera', che ti aiuti in salita regalandoti più trazione.

Bisogna sentirlo lavorare già sedendocisi sopra a moto ferma.
Ugualmente deve copiare meglio anche in pianura,per avere più direzionalità e neutralità,scaricando un po' di peso dall'anteriore che risulta più carico rispetto ad un enduro tradizionale per via della forcella più “chiusa”.
In due parole,o si ammorbidisce l'ammortizzatore o si indurisce la forcella,altrimenti risulta sbilanciata e pesante davanti,operazione comunque accessibile a tutti smollando di un paio di giri la ghiera di precarico e aumentando il sag o negativo che dir si voglia.
Con questo accorgimento si può guidare anche da seduto riuscendo a dare trazione in maniera ottimale .
Se c’è fango come sul terreno della prova le gomme da trial non sono il massimo perchè non riescono ad espellere il fango, ma su questa moto c’è la doppia omologazione e chiunque può mettere le gomme che più gli aggradano, di positivo con le trial è che anche con il bagnato non si lasciano segni sui prati e sui sentieri.

Il motore è buono,se paragonato alle altre motoalpinismo, anche se va fatto girare parecchio per sentire una buona spinta
Anche perchè,avendo il carburatore da 28mm.,non si riesce a cavargli cavalli neanche a manetta confrontandolo con la 250 Yamaha da enduro con lo stesso motore,che monta un carburatore da 38mm .
L’ erogazione comunque è elettrica e priva di buchi e non mette mai in difficoltà.

In discesa è ottima,trasmette sicurezza e induce alla velocità,quindi la struttura c'è.
In sintesi per un utilizzo enduristico estremo è proprio azzeccata,dato che si riesce a guidarla come un trial.
Forse le marce sono un po' troppo distanti tra loro come rapportatura, con un pignone di 1 dente in meno potrebbe andare meglio.
Flavio
 

MOTEUR
Type : monocylindre à refroidissement liquide, doucle ACT, 5 soupapes
Alésage x course : 77 x 53,6 mm
Cylindrée : 249 cm3
Alimentation: carburateur Dell'Orto VHST ø 28 mm à pompe de reprise
Boîte : 5 rapports
Démarrage : électrique + kick

PARTIE-CYCLE
Cadre : périmétrique en acier, boucle arrière démontable en aluminium
Fourche : Marzocchi classique ø 40 mm, déb. 177 mm, double réglage
Amortisseur : Sachs, déb. 200 mm, triple réglage
Disques AV/AR : AJP ø 260/220 mm
Empattement : 1 404 mm
Garde au sol : 325 mm
Hauteur de selle : 850 mm
Poids constructeur à plein 103 kg
Réservoir : 7 litres (réserve 1,5 litres)

 


 


 


 
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