Dopo avere
provato l' ultima novità di casa scorpa , la bellissima 250 syf,
eccoci al cospetto di sua maestà Montesa Cota 4rt in versione
Repsol.
La presento con questa enfasi perché le aspettative su questa moto
plurivittoriosa sono tante e l' utenza normale data da noi comuni
trialisti è con il fucile spianato pronta a cogliere anche il
più insignificante difetto.

Descrizione:
Il primo impatto è sicuramente quello estetico. La moto si
presenta con una livrèa molto racing caratterizzata da telaio
serbatoio e forcellone in alluminio anodizzati in nero, che, se
dal lato estetico la rendono più snella, da quello funzionale è
più vulnerabile ai graffi ed ai segni quasi inevitabili nell'uso
trialistico. Le plastiche, adesivate con supporti di qualità,
riprendono i colori Repsol .
Di pregio le finiture con diversi particolari in carbonio e le piastre
superiori della forcella ricavate dal pieno, però con quello che
costa in più del modello normale potevano sicuramente fare anche
quelle inferiori evitando quello spiacevole effetto di "finito a
metà". Manubrio fat bar senza traversino a diametro differenziato.
Anche i cerchi, non anodizzati, stonano un po' con il resto della
moto. Le finiture sono all' insegna della robustezza , qualche
volta esagerando nell' uso di bulloni da otto anche dove non
necessari. Veramente molto brutto il tubo del freno anteriore di
una lunghezza esagerata con i raccordi dei tubi freno frizione
abbastanza spartani su un modello a tiratura limitata.
Inspiegabile poi la scelta di non adottare come sulle precedenti
Repsol la centralina rimappabile, certamente un must e quasi un
giochino nel gioco.
Il cerchio posteriore, prerogativa Montesa, è senza il quasi
sempre problematico flap interno adottando i raggi con i nipples
esterni al canale del cerchio.
Forcella Showa con canne trattate al nitruro di titanio per
renderle piu’ scorrevoli e dotata della regolazione in estensione,
in compressione e nel precarico della molla. Tre regolazioni che
offrono una quasi infinita possibilità di combinazioni permettendo
a tutti di trovare la più congeniale personalizzazione. Mono Showa
regolabile nel precarico e in estensione anch'esso realizzato in
maniera impeccabile e dotato di leveraggi che sicuramente
conferiscono alla sospensione posteriore una progressione
difficile da trovare con altri sistemi diretti ma che
inevitabilmente risultando più esposti e complessi necessitano di
più manutenzione.


In sella
dai….. anzi sulle pedane dai……
Alla seconda
pedalata il motore si accende evidenziando da subito una
regolarità di funzionamento solitamente atipica a freddo nei 4T.
La rumorosità è piacevolmente ridotta rispetto alle versioni degli
anni precedenti.
In movimento si nota subito come le piccole asperità vengano molto
filtrate dall’ eccellente reparto sospensioni. Il motore che
raggiunge in fretta la temperatura di esercizio, reagisce al
comando del gas in maniera quasi immediata e senza un minimo buco
di carburazione. Il funzionamento è fluido e benché non dia
l’impressione di essere molto potente, ti porta in cima ad ogni
salita od ostacolo con sicurezza.
Merito soprattutto dell’eccellente motricità data dal connubio
motore ammortizzatore. La coppia è comunque generosa al punto da
potere usare la terza senza problemi e ad un basso regime di
rotazione. La frizione ha un comando molto morbido ed il suo
funzionamento permette di modularla al meglio oppure se
maltrattata di scaraventarti sopra ogni tipo di ostacolo con una
accelerazione da dragster. I freni con pompe AJP sono nella norma
più o meno come quelli delle altre marche.
Nel terreno tipico del sottobosco la moto è guidabilissima a patto però di
fare movimenti corretti e decisi ma nelle curve in contropendenza
dove si deve “tirarla” non è istintiva e facile come Scorpa. La
trazione costante su questi terreni aiuta tantissimo e se le dai
fiducia e resti attaccato ti porta in posti impensabili. Sui
salitoni lunghi mantiene la traiettoria impostata e le discese,
anche le piu’ ostiche, le fa senza scomporsi e dando un senso di
sicurezza notevole certi che grazie all’ottima forcella gli
impatti saranno smorzati.



Sulle rocce e su zone un po’ più tecniche è molto precisa ma
sconta una certa pesantezza dell’avantreno rendendola più
faticosa della concorrente Transalpina provata in precedenza. Le
sospensioni invece smorzano in maniera ovattata anche gli impatti
più hard e gli spostamenti avvengono facilmente e con sicurezza
evitando tanti piedi inutili aiutati dalla eccellente stabilità.
Anche i muri o i grossi sassi vengono digeriti in maniera
esemplare. Quando avviene l’impatto la ruota posteriore lo assorbe
senza rimbalzare e procedendo in aderenza ti porta in cima
all’ostacolo senza scomporti.
I jump tipici delle tracciature moderne risultano facili e se sei
deciso basta un piccolo invito per farti letteralmente volare o da
una pietra all’altra o in cima a qualche grosso masso. Il cambio a
5 marce, è morbido con innesti precisi e ben rapportato tanto che
anche la terza si può usare in molti frangenti.
La rumorosità , lasciando la flangia finale sullo scarico, risulta
ora gradevole e accettabile.
Anche a moto calda e con marcia inserita l’avviamento è sempre
stato pronto (max 3 pedalate) e senza raggiungere l’eccellenza di
Scorpa mi è parso più che accettabile. Assolutamente non toccare
il gas , anzi consiglio di non impugnare neppure la manopola, e la
pedalata deve essere dolce e costante.
Concludendo, una moto non facilissima ma che per l’ottimo lavoro
in simbiosi di motore sospensioni e frizione sa dare emozioni e
soddisfazioni notevoli qualora venga condotta con la tecnica
adeguata. Un altro aspetto che può essere definito di contorno ma
che fa sicuramente impazzire ed impoverire gli appassionati è la
possibilità di "tunizzazione" pressoché infinita in quanto per la
4rt in Italia e nel mondo si trovano modifiche estetiche e
meccaniche di tutti i tipi ed in tutti i materiali. Dall’ ergal al
titanio per poi spaziare nel carbonio e finire addirittura nelle
personalizzazioni estetiche delle Montesa replica dei vari piloti
e team mondiali.
 |