Venerdì primo giorno:
Sveglia presto e partenza alle 9.00 prima i
mountain trial. Poi i piloti ed infine le squadre. 2 zone di
riscaldamento presso la partenza poi via verso l’avventura. Sono
circa 80 i chilometri da percorrere dei quali una buona parte
molto impegnativi.
Si parte salendo verso il forte di Oga, poi
percorrendo vari sentieri dove non mancano alcuni passaggi da
brivido, si comincia a salire verso il passo di Verva oltre i 2200
metri. Giunti al passo si incontrano due zone, siamo in alto e la
vegetazione è fatta solo di erba e muschio, l’aria è frizzante
malgrado il sole e lo spettacolo è da favola.
Scendiamo verso il meritato ristoro presso il
rifugio di Eita dove ci attende anche il rifornimento carburante
in quota. Pranzo abbondante con polenta spezzatino formaggio dolce
e frutta, il tempo di guardare i piloti arrancare sulla viscida
zona sottostante poi via verso Sondalo.
Mulattiere di tutti i tipi e discese
insidiose ci portano a valle, i freni sono roventi per la forte
pendenza e spesso ci si ferma dove c’è acqua per raffreddarli.
A Sondalo troviamo la famosa infida scaletta
che ha mietuto tante vittime in passato e che da due edizioni non
si percorreva più. Questa volta la facciamo solo in discesa, il
muro è tutto rigato dalle pedane di chi è passato prima di noi…….
Rifornimento carburante in valle poi su di
nuovo verso la famosa Crus de l’Alp per i temerari, mentre i
piloti deviano per il percorso easy, hanno il tempo limitato dalla
gara.
La salita verso l’alp è lunga e molto
impegnativa, curve e controcurve con una pendenza al limite mentre
sassi e radici scavate obbligano a non sbagliare tecnica perché se
ci si ferma è un dramma ripartire.
Giunti in vetta oltre i 2000 Toni Sassella e
Angelo Panteghini ci attendono con un the caldo ed una calda
accoglienza, aspettiamo i compagni seduti fuori dal rifugio alpino
mentre ammiriamo gli stupendi panorami. Nel frattempo piano piano
con i visi sconvolti e le moto bollite arrivano un po’ tutti gli
altri.
Sullo sfondo Bormio, la Svizzera, il
ghiacciaio del Bernina e la stupenda Valle. Sembra di essere in
cielo. Toni attacca alle moto la fatidica stellina poi via verso
valle, la strada è lunga e sono quasi le cinque del pomeriggio.
La discesa non è da meno della salita,
pendenze da brivido e curve a gomito tra radici e sassi
scivolosi…. Una goduria per un trialista… poi un infido passaggio
su una pianta caduta e messa di traverso mette in crisi quasi
tutti…. Molte le cadute di sotto nel tentare di superarla. Nessun
danno particolare per i malcapitati, solo qualche botta.
Giunti a valle altro rifornimento poi via
verso le zone della frana. Anche qui lo scenario è maestoso, la
faraonica struttura che è stata realizzata per scongiurare futuri
disastri da alla vallata un aspetto davvero suggestivo e maestoso.
Li dentro poi per un trialista è un paradiso.
Siamo quasi a Bormio ma ancora non è finita.
Ci attende un ultimo tratto davvero impegnativo e sono già le
sette passate.
Alcuni preferiscono l’asfalto e la via più
breve, ma siamo qui per divertirci e quindi perché rinunciare?
Pronti via… una ripidissima e lunghissima salita tra terra
bagnata e sassi scivolosi ci porta in alto verso un nuovo ed
infido sentiero che costeggia la montagna. È forse il tratto più
bello di tutta la giornata. I muscoli delle gambe reclamano, le
braccia fanno male, lo zaino ci rompe le spalle, ma è bellissimo,
il sogno di un trialista. Qualche passaggio da brivido sulla
scarpata dove in un secondo ti puoi trovare 200 metri più sotto,
poi entriamo in una buia pineta che ci porta verso l’ultimo tratto
di strada e verso Bormio. Arriviamo dopo le 19.30, stanchi ma
felici, le moto tutto sommato non hanno problemi se non la catena
secca e il filtro sporchissimo.
Una sistemata veloce e poi una doccia
rilassante ci prepara per una serata con gli amici in uno dei
tanti ristoranti della valle, da queste parti si mangia veramente
bene…..
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