Sabato:
Sveglia presto il sabato, oggi si parte prima e la strada da fare
è più lunga.
Mannaggia alla sveglia… suona sempre sul più
bello…. Il risveglio è traumatico… dolori un po’ ovunque , giusto
il tempo però di lavarsi la faccia con la gelida acqua montana e
tutto è a posto.
Partenza alle otto, le solite 2 zone di
riscaldamento vicino al via poi tutti in marcia. Un percorso nuovo
ci porta sopra Cepina poi si ridiscende a valle verso la zona alta
della frana. Impressionante la montagna spaccata in due…. Qualche
difficoltà per rintracciare le fettucce del percorso nel mezzo
della folta vegetazione ma poi si torna sulla retta via…. Ci
attende una nuova insidiosa salita, il sentiero Cavenaghi,
chiamato così in memoria del tracciatore che quando l’ha aperto
anni or sono era forse sotto strani effetti alcolici… comunque
bellissimo ma spezzabraccia.
Dimenticavo un passaggio….. prima di arrivare
alla frana e al sentiero Cavenaghi un pezzo di percorso hard
facoltativo attraverso una ripida e scivolosissima pineta dove
nel primo pezzo le moto vanno fatte scendere a mano con l’aiuto
dei compagni….. quante cadute in questo punto… per fortuna il
terreno era soffice ma che fatica….
Scendiamo poi verso Sondalo dove dopo il
rifornimento si parte per il passo Forcola.
Prima della salita sul percorso obbligato la
forestale ferma tutti per un controllo, bisogna avere il pettorale
della gara altrimenti non si sale, “giustissimo”….. la salita
inizia, da prima con un sentiero ciottolato ripidissimo ed
interminabile che ci porta a metà percorso….. le moto sforzano non
poco sia per l’altitudine che per la pendenza. Alla fine del primo
step ci attendono gli organizzatori con un buon the caldo ed il
bellissimo panorama sottostante. La pausa serve per ripigliarsi
prima di affrontare la parte più impegnativa.
Qualche foto poi via verso la cima del passo,
il sentiero è il massimo della goduria, curve strette, salti,
pietre da saltare, e non finisce mai. Finisce la vegetazione e si
continua a salire, la vetta la vediamo davanti ed altissima, fa
quasi impressione pensare di salire così in alto con la nostra
amata moto. L’ultimo tratto è il più difficile, vuoi perché siamo
talmente in alto e l’aria è rarefatta, vuoi perché le braccia sono
stanchissime dal lungo percorso. Finalmente la cima ed il meritato
riposo, fa freschino malgrado il sole ma noi siamo tutti
sudatissimi. Qualche foto anche qui, qualcuno approfitta per
cambiare le acque….facciamo le solite foto mentre si attendono gli
altri del nostro gruppo poi si riparte verso valle, meglio non
fermarsi troppo altrimenti ci si raffredda. siamo tra i primi ad
incamminarci per la discesa, con noi l’apripista, il mitico Bonzo
poi Shibuia e il Cassio che deve fare il giudice appena scesi. La
discesa è molto lunga e stancante quasi più della salita, lo zaino
pesa ed il casco pure….. ci avviamo verso il punto di ristoro
percorrendo la valle che ci porta al Rifugio Malghera, anche qui
siamo molto in alto ma la strada è asfaltata… il panorama però
cattura la nostra attenzione con scenari senza paragoni.
Benzina in quota al rifugio ben oltre i 2000
metri e pranzo abbondante, tanto che quando ripartiamo mi prende
un fiatone incredibile anche se la mulattiera non è
particolarmente impegnativa tranne alcuni passaggi. Forse era
meglio aspettare un po’ ancora prima di ripartire. O forse sarà
l’età che avanza… mi consolo però sapendo che anche piloti ex
campioni e più giovani hanno avuto il fiatone come me su questo
tratto…
Al termine del tratto che costeggia la valle
la deviazione per il tratto “hard” i piloti invece proseguono
verso le zone.
Comincia la salita verso il monte che
sovrasta Grosotto, è lunga ma non particolarmente impegnativa, in
alto anche qui il panorama è superlativo e ci imbattiamo in 3
grossi cervi che purtroppo non faccio in tempo a fotografare ( c’è
riuscito però più tardi il mitico pompiere Caprili ) anche se non
sembrano per nulla infastiditi dalle nostre moto, anzi ci guardano
incuriositi poi se ne vanno nella boscaglia.
Qui in alto una immensa pietraia un sogno per
chi pratica il trial, roba da passarci anni interi senza mai
stancarsi.
La lunga discesa su strada bianca ci porta
nella pineta dove si sono disputate alcune prove del campionato
italiano trial, ora molte piante sono state tagliate per via di un
incendio ma i massi sono sempre giganteschi e spettacolari. Qui ci
viene messa la stellina del giorno e incontriamo i big che erano
dietro di noi ma hanno fatto il percorso corto.
Altro rifornimento a Grosio poi si riprende
la via del ritorno verso le zone della frana fatte anche il
venerdì e verso Bormio. Da qui in poi il percorso è il medesimo ma
meno insidioso perché più asciutto.
Arriviamo a Bormio verso le sette, giusto il
tempo di fotografare i big che sono subito dietro di noi.
Una guardata alle moto, un po’ di olio, alla
catena. Il pieno e siamo pronti per il terzo giorno.
La solita ottima cena in compagnia degli
amici trialisti e poi a letto. Fanno un po’ male i muscoli delle
gambe ma nulla di cui preoccuparsi….
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