Trial.calusco d’Adda e Pieve Ligure
Questo è stato un week-end molto impegnativo.
Si comincia con la prima prova di campionato italiano indoor del
2002 prevista nel comune di Pieve Ligure per venerdì sera 24
maggio; bellissime zone tracciate sulla scogliera, quindi uno
scenario stupendo che ha riscontrato l’apprezzamento del pubblico
accorso veramente, ma veramente numeroso, tanto che i piloti
faticavano a circolare da una zona all’altra.
Hanno partecipato i 2 stranieri (ospiti anche dell’italiano
outdoor di domenica) Justribo e Manzano, i primi tre piloti del
campionato nostrano del 2001 che hanno avuto accesso di diritto
alla gara della sera, e i piloti che si sono classificati nelle
restanti 5 posizioni nelle prove di qualificazione del pomeriggio.
In tutto quindi 10 piloti che dovevano sfidarsi nella prima manche
per determinare i nomi dei 4 finalisti che si giocavano il trofeo
messo in palio dall’organizzazione ligure; io mi sono classificato
5°, fuori per un soffio dalla finale ma comunque 3° degli
italiani.
È stato bellissimo ed eccitante fare evoluzioni sugli scogli molto
frastagliati con il mare che sfiorava le gomme (sempre se si
riusciva ad evitare l’onda) e rendeva il tutto ancora più
difficile per la salsedine che faceva slittare gli pneumatici; il
rischio era di cadere e ritrovarsi a striscioline visto che le
rocce erano molto appuntite e taglienti (ne sa qualcosa Agostoni
vittima di una brutta caduta alla difficile entrata della zona 2).
Bella l’idea di mettere all’asta per beneficenza (ai bambini del
Gaslini di Genova) capi di abbigliamento dei piloti presenti,
subito acquistati dal pubblico.
La gara finiva alle 1:30, tempo di tornare a casa (verso le 4:00)
per dormire almeno un poco e poi via subito il sabato mattina per
la trasferta (fortunatamente vicina a casa) a Calusco per la 4°
prova di campionato italiano outdoor.
La differenza col panorama appena lasciato era piuttosto evidente:
dal mare azzurro della Liguria alle pianure industriali della
Brianza dove la gara si preannunciava sulla falsariga della famosa
“due giorni”.
10 erano le zone di cui 2 (la prima e l’ultima) vicino alla
partenza e decisamente accessibili al numeroso pubblico, molto
spettacolari tracciate su terra e sassi riportati in un misto di
indoor e naturale, poi con un trasferimento non cortissimo si
raggiungeva il secondo gruppo di zone, dalla 2 alla 5, tracciate
in un “torrente” (fosso?, fogna?, scolo?) fangoso e insidioso; poi
altro trasferimento per spostarsi a Carvico dove erano tracciate
le rimanenti zone molto impegnative e traditrici.
La pioggia caduta tutta la notte non ha certamente migliorato la
situazione che già pareva difficoltosa nella perlustrazione del
sabato con zone molto tecniche e strette su un terreno difficile
da capire.
Gara da dimenticare per me: ho fatto un primo giro disastroso,
troppo teso ed agitato, più cercavo di non sbagliare e più ero
rigido e commettevo errori pesanti così da andare nel pallone, poi
il secondo e il terzo giro, fatti come al solito in pochissimo
tempo, sono riuscito a guidare con maggiore scioltezza e a
recuperare molte posizioni.
Un mega grazie a Roby che mi sopporta anche quando faccio errori
da nascondersi!
In gara si è notato un Pons attivissimo nel seguire Manzi,
incitandolo, aiutandolo e consigliandolo in tutte le zone.
Un mio parere personale sul trasferimento è che sia troppo
pericoloso per la lunghezza e la velocità da tenere in mezzo al
traffico domenicale delle statali, con semafori e incroci a
rischio; e l’ingresso di alcune zone che costringeva piloti e
seguitori ad attendere il loro turno con i piedi in ammollo
nell’acqua (alta) del “fiumetto” per mancanza di spazi adeguati.
Giudizio positivo invece sul paddock con ampi spazi per accogliere
comodamente i piloti, servizi e lavaggio moto con ben 2
idropulitrici (funzionanti).
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