I commenti gara di Michele Orizio

Trial.calusco d’Adda e Pieve Ligure

Questo è stato un week-end molto impegnativo.
Si comincia con la prima prova di campionato italiano indoor del 2002 prevista nel comune di Pieve Ligure per venerdì sera 24 maggio; bellissime zone tracciate sulla scogliera, quindi uno scenario stupendo che ha riscontrato l’apprezzamento del pubblico accorso veramente, ma veramente numeroso, tanto che i piloti faticavano a circolare da una zona all’altra.
Hanno partecipato i 2 stranieri (ospiti anche dell’italiano outdoor di domenica) Justribo e Manzano, i primi tre piloti del campionato nostrano del 2001 che hanno avuto accesso di diritto alla gara della sera, e i piloti che si sono classificati nelle restanti 5 posizioni nelle prove di qualificazione del pomeriggio.

In tutto quindi 10 piloti che dovevano sfidarsi nella prima manche per determinare i nomi dei 4 finalisti che si giocavano il trofeo messo in palio dall’organizzazione ligure; io mi sono classificato 5°, fuori per un soffio dalla finale ma comunque 3° degli italiani.
È stato bellissimo ed eccitante fare evoluzioni sugli scogli molto frastagliati con il mare che sfiorava le gomme (sempre se si riusciva ad evitare l’onda) e rendeva il tutto ancora più difficile per la salsedine che faceva slittare gli pneumatici; il rischio era di cadere e ritrovarsi a striscioline visto che le rocce erano molto appuntite e taglienti (ne sa qualcosa Agostoni vittima di una brutta caduta alla difficile entrata della zona 2).
Bella l’idea di mettere all’asta per beneficenza (ai bambini del Gaslini di Genova) capi di abbigliamento dei piloti presenti, subito acquistati dal pubblico.
La gara finiva alle 1:30, tempo di tornare a casa (verso le 4:00) per dormire almeno un poco e poi via subito il sabato mattina per la trasferta (fortunatamente vicina a casa) a Calusco per la 4° prova di campionato italiano outdoor.
La differenza col panorama appena lasciato era piuttosto evidente: dal mare azzurro della Liguria alle pianure industriali della Brianza dove la gara si preannunciava sulla falsariga della famosa “due giorni”.
10 erano le zone di cui 2 (la prima e l’ultima) vicino alla partenza e decisamente accessibili al numeroso pubblico, molto spettacolari tracciate su terra e sassi riportati in un misto di indoor e naturale, poi con un trasferimento non cortissimo si raggiungeva il secondo gruppo di zone, dalla 2 alla 5, tracciate in un “torrente” (fosso?, fogna?, scolo?) fangoso e insidioso; poi altro trasferimento per spostarsi a Carvico dove erano tracciate le rimanenti zone molto impegnative e traditrici.
La pioggia caduta tutta la notte non ha certamente migliorato la situazione che già pareva difficoltosa nella perlustrazione del sabato con zone molto tecniche e strette su un terreno difficile da capire.
Gara da dimenticare per me: ho fatto un primo giro disastroso, troppo teso ed agitato, più cercavo di non sbagliare e più ero rigido e commettevo errori pesanti così da andare nel pallone, poi il secondo e il terzo giro, fatti come al solito in pochissimo tempo, sono riuscito a guidare con maggiore scioltezza e a recuperare molte posizioni.
Un mega grazie a Roby che mi sopporta anche quando faccio errori da nascondersi!
In gara si è notato un Pons attivissimo nel seguire Manzi, incitandolo, aiutandolo e consigliandolo in tutte le zone.
Un mio parere personale sul trasferimento è che sia troppo pericoloso per la lunghezza e la velocità da tenere in mezzo al traffico domenicale delle statali, con semafori e incroci a rischio; e l’ingresso di alcune zone che costringeva piloti e seguitori ad attendere il loro turno con i piedi in ammollo nell’acqua (alta) del “fiumetto” per mancanza di spazi adeguati.
Giudizio positivo invece sul paddock con ampi spazi per accogliere comodamente i piloti, servizi e lavaggio moto con ben 2 idropulitrici (funzionanti).
 
 Alla prossima gara: Miki

  Miki Orizio
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