Una
"PENNA BIANCA" |
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Una "PENNA BIANCA" che ha accompagnato la nostra passione da sempre
Chi scrive di chi scrive? Non che sia obbligatorio farlo, per carità, ma è una domanda che mi sono posto poco tempo fa, forse con ritardo, ma mi sono interrogato su questa cosa e non ho trovato una risposta, anzi per la verità alcune me le sono date, gli scrittori, di solito, sono fatti oggetto dell'attenzione dei critici, gli opinionisti da altri opinionisti, i politici dagli altri politici ma………di chi scrive per fare informazione, di chi scrive per passione interiore, per amore di qualche cosa che ha impregnato e magari anche condizionato la sua vita, chi esprime pensieri, critiche o apprezzamenti, su queste persone? Chi si sofferma nel tentativo di analizzare, una vita spesa da qualcuno per amore di qualcosa? Poche cose in verità, qualche gran giornalista, qualche personaggio del mondo calcistico e nient'altro. Io non sono certo colui che ristabilirà gli equilibri, sono un semplice appassionato che ha deciso di esprimere, ripeto, con ritardo, un semplice ringraziamento a colui che per tanti anni, in accordo o in disaccordo, non è certo questo il punto, ha consentito a me ed alla maggior parte di voi, di essere informato, di essere incalzato da continue notizie, di apprendere di cose che altrimenti mi sarebbero tuttora oscure, importanti ed anche meno importanti ma in ogni caso sempre interessanti per chi come tutti noi è sempre assetato di news e di qualche notizia insolita. Quante volte sono passato (affamato di notizie) giorno dopo giorno dall'edicola per sapere se Motocross era arrivato? Quanti articoli mi sono letto e riletto per apprezzare maggiormente la descrizione di quella gara d'italiano, di mondiale, quasi a volermi compenetrare con lei per assaporarla come se vi avessi assistito? E ogni fine anno, alla presentazione dei nuovi modelli? Prove su prove, comparazioni tra l'una e l'altra moto, cercavo di leggere tra le righe quello che a volte non si può scrivere esplicitamente. Quando poi trovavo qualche servizio sulle moto dei campioni, le mitiche "moto ufficiali", quanti particolari ho scrutato per capire che cosa avessero di tanto particolare e quanti sospiri di desiderio ho tirato dinnanzi a quelle foto e quante volte ho riletto quelle descrizioni tecniche? Quanto sopra è stato scritto e fatto da una persona che traspira una passione contagiosa e ha la rara capacità di trascinarti all'interno del suo articolo, riga dopo riga, anticipando quello che avresti desiderato leggere ed i dettagli che più ti premeva di scorgere. Ebbene, colui che ha contribuito maggiormente a riempire il pozzo delle mie (ma credo non solo delle mie) curiosità, che ancora prima di conoscerlo di persona, già lo
consideravo un caro amico, altri non era se non Giulio Mauri. Tutti noi lo conosciamo, almeno di vista, lo scorgiamo anche da lontano per la sua bianca chioma, la sua presenza è talmente consueta che è più facile notarne l'assenza. La prima cosa che chiedo a Pamela, sua figlia, quando ho l'occasione di incontrarla a qualche gara, è di suo padre, come mai non c'è? In che cos'altro è occupato? Insomma, è una presenza che ci segue da tanti anni, non lo fa come occupazione principale, infatti, ha una sua attività personale, ma è diventato per tutti una presenza costante, un punto di riferimento, una persona informata e disponibile a fornire a tutti informazioni e consigli. Quando nel 1987 uscì il suo primo libro (TUTTO TRIAL - Musumeci Editore, ndr), me lo tenni sul comodino per diversi mesi, la sera leggevo qualche pezzo (per la ventesima volta), guardavo qualche foto (sempre per la ventesima volta) e alla fine ero soddisfatto ed appagato come se lo avessi appena aperto (se qualche persona non "afflitta" dalla nostra passione comune, mi sta leggendo, di certo si porrà qualche dubbio sulla mia normalità psichica). A distanza di anni, quando questo libro lo sfilo dalla biblioteca, rivivo certi momenti indimenticabili rivedendo le fotografie dei campioni di quegli anni e scorro ancora con piacere quelle righe ormai conosciute quasi a memoria. Che cosa posso dire a questo vecchio amico? Grazie? Grazie del tuo impegno, della tua infinita voglia di trasfondere ad altri la tua passione? Grazie di tutte le gare organizzate con il tuo fattivo contributo ed alle quali ho partecipato? Difficile esprimere ringraziamenti che non abbiano un sapore retorico, esprimere dei sentimenti di riconoscenza così, in pubblico, molto più facile scriverlo nei "coccodrilli" (toccati Giulio) ma non vorrei aspettare altri 50 anni. Voglio aggiungere solo una considerazione, caro Giulio, è inevitabile che quando ci s'impegna in qualcosa, con la passione che ha coinvolto te, ci siano dei momenti nei quali si raccolgono anche critiche, la maggior parte delle quali provengono da coloro che sono abituati a stare alla finestra a guardare gli altri che lavorano. A volte è possibile avere diversi punti di vista ma che importa? La molla che ci spinge è la stessa, l'amore per il trial. L'importante è questo. Impegnarsi per una grande passione. Sacrificarsi, il più delle volte con magre soddisfazioni esterne, non sarà certo questo il motivo che farà desistere un "vecchio leone" come te dal perseguire la sua strada. Su questo non ho alcun dubbio. Ancora un grazie, questa volta non per te, ma per la tua famiglia, per tua moglie sempre impegnata ai tavoli dell'organizzazione di qualche gara e tua figlia che di "scarpinate" per seguire le tue orme ne ha fatte davvero parecchie. Grazie di tutto quindi, di quello che ho scritto e di tutto quello che, inevitabilmente, non ho scritto (troppo piena di avvenimenti importanti la tua vita). Con riconoscenza,
Mace
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