4 chiacchiere con jordi Tarres

In occasione della prima prova del trofeo monomarca JTG, l’importatore italiano Massimo Petrella ha ospitato il 7 volte campione del Mondo Jordi Tarres ideatore della nuova moto spagnola.

Un' occasione per scambiare qualche parola con uno dei più grandi di tutti i tempi non era da lasciarsi scappare e quindi accettando l’invito di massimo ci siamo ritrovati a cena in un tipico locale di Lecco.

L’intento era di realizzare un’intervista, ma visto l’evolversi della serata ho preferito parlare e discutere del trial in generale assieme a tutti gli altri ospiti amici.

Con Jordi si è parlato un po’ di tutto, dalle moto, al governo italiano e spagnolo, alla situazione attuale del fuoristrada. Il motore, la JTG, la tecnica moderna di guida, il no stop eccetera.

Simpaticissimo come sempre Jordi non ha mancato di fare battute e raccontare aneddoti vissuti e anche alcune barzellette. Bellissima quella che spiega come prendono il viagra i catalani (notoriamente tirchi) ma ne parleremo in altra occasione.

Parlando della situazione attuale del trial ci ha confessato che seppur non sia d’accordo con il no stop, secondo lui qualcosa si deve fare per cercare di attirare nuova gente e nuovi giovani. Di sicuro è concorde che la maggiore limitazione allo sviluppo del trial sono le restrizioni da parte delle istituzioni e degli ambientalisti verso il fuoristrada in generale.

la sua proposta per ciò che riguarda il regolamento criticato da tutti i piloti, sarebbe un no stop con la possibilità di effettuare almeno una fermata in zona senza penalizzazione. Anche lui è pienamente consapevole che con il nuovo regolamento no stop i giudici sono più penalizzati ma anche investiti di troppo potere decisionale, tanto da poter compromettere con il loro giudizio i risultati di una gara o addirittura del campionato.

Assolutamente contrario a moto che pesano tanto come vorrebbero alcuni dirigenti internazionali, lui è convinto che la tecnica deve evolversi e non involversi. Se mettono dei limiti al peso nel mondiale metteremo delle zavorre ci dice, ma per il normale acquirente forniremo una moto sempre più leggera perchè è quello che vogliono gli appassionati.

Parlando della jtg ci confessa che le prime versioni hanno avuto un po’ di problemi, ma è normale routine per una piccola realtà di poche persone con produzioni limitate di pezzi. Tali problemi sono stati man mano risolti con le opportune modifiche ed ora la moto ha raggiunto un livello soddisfacente sia di affidabilità che di prestazioni generali.
Circa 100 moto al mese sono la produzione attuale JTG e sta arrivando anche la 125, sono già pronti sia l’imbiellaggio che il cilindro e il cambio, a breve partiranno i primi test.

L’iniezione sulla jtg? Secondo jordi sarà un obiettivo futuro ma dettato solo dalle normative europee. Il progetto JTG ci dice, è soprattutto improntato sulla semplicità e sulla facilità di manutenzione da parte dei meccanici che degli utenti finali. Secondo la sua opinione un carburatore è molto più gestibile da chiunque rispetto ad una accensione programmabile dove serve per forza un computer. Ogni volta che si fanno delle modifiche si deve lavorare tantissimo sul programma per trovare il miglior compromesso. Magari, ci confessa,  quando sarà possibile programmare la centralina con il cellulare sarà molto più gestibile, quindi se sei a 2000 metri e cambia la carburazione usi il cellulare per cambiare mappatura, ma al momento con 2 getti e regolando 2 viti ottieni molto più velocemente ciò che vuoi dal tuo motore senza essere un genio informatico.

Tanti chiedono perché tuo nipote non è rimasto con te…. Mio nipote ha intrapreso una carriera da professionista e seppur restiamo in buonissimi rapporti, ha deciso di andare dove aveva al momento più possibilità  economiche. Noi siamo una piccola azienda e i pochi fondi che abbiamo li vogliamo investire nello sviluppo dei nostri prodotti. Un pilota a livello mondiale costa molto sia in termini di soldi che di dispendio di energie e al momento preferiamo concentrarci su altro.

Parlando di nuove modifiche ci dice che stanno pensando alla possibilità di montare da parte degli utenti dei pesi differenti sul volano dei modelli futuri , un po’ come le Fantic degli anni d’oro. La personalizzazione delle moto ci siamo resi conto che è ciò che gli utenti vogliono e quindi cerchiamo di accontentarli il più possibile.

Parlando un po’ di tecnica è uscita anche l’opinione sui materiali utilizzati attualmente.  Secondo jordi ciò che sarebbe da migliorare sono soprattutto le gomme, è impensabile secondo lui che una gomma pesi 6 kg, addirittura più del loro telaio, ma del resto è palese  che Michelin senza  una vera concorrenza diretta non investe in tecnologia per la vendita di pochi numeri.

4 tempi o 2 tempi? Ci sono i pro e i contro in entrambi i motori. Il 2 tempi è molto più semplice da realizzare, il 4 tempi è molto più pesante ma è più affidabile.  Il 2 tempi è meno costoso nella preparazione ma è molto più soggetto a grippaggi per via delle luci di travaso. Il progetto JTG come ho già detto, è improntato sulla semplicità e con un 4 tempi sarebbe al momento impensabile per noi per via dei costi di sviluppo. Anche un motore già fatto costerebbe troppo per ottenere forse le stesse prestazioni. Il nostro è un motore tutto made in JTG, un progetto tutto nuovo realizzato in spagna con componenti spagnoli ed italiani. Gli unici componenti cinesi sono i 2 carter esterni in magnesio. Per ora a parte i primi esemplari ci sembra un ottimo progetto ma ha possibilità di sviluppo futuri non indifferenti.

Perché non vediamo più Tarres in moto?  Durante la mia carriera di botte ne ho prese, ci dice ridendo, ora ho la schiena in crisi con un’ernia su una vertebra che mi impedisce di fare sforzi. A volte mi manca ma devo essere sincero, dopo anni ed anni tutti i giorni in moto e in giro per il mondo mi hanno un po’ logorato. Comunque in moto quando riesco ci vado ancora. Il trial è la mia vita e anche se non salgo in moto sono sempre presente. Anche oggi sono qui con voi a parlare di trial…

Qualcuno gli chiede come si trova in Italia e se è contento di tornarci. L’italia è la mia seconda casa dice; Jordi Tarres è nato in Italia con una moto italiana, il pubblico italiano mi ha sempre amato e sono sempre contentissimo di tornarci appena posso. Mi piace l’Italia come paese e mi piacciono gli italiani, come carattere e come allegria sono molto simili a noi Catalani.
Poi il suo sguardo si fa un po’ cupo:  sono molto dispiaciuto per la perdita di due grandi personaggi e amici come Diego Bosis e Giulio Mauri, con loro ho passato buona parte della mia vita sportiva e la loro morte mi rattristato molto.

Tra una portata e un bicchiere di vino (gli piace moto il vino buono) si continua a parlare di trial ed esce il discorso sulla guida moderna monoruota. A me piace molto questa guida, le prime volte l’abbiamo sperimentata io e Adam Raga in allenamento, era solo per giocherellare un po’ ma ci siamo accorti che mettendo tutto il peso del pilota e della moto sulla gomma posteriore l’aderenza era al massimo e quindi abbiamo sviluppato quella guida seguiti poi da tutti gli altri. Poi è arrivato Toni che ha ulteriormente esasperato questo tipo di guida aiutato anche dal tipo di moto è riuscito ad usare la sua moto come la bicicletta. Una guida molto difficile da imparare serve molta tecnica e molta sensibilità, ma che gli ha permesso di vincere tante gare, soprattutto gli indoor. Nel naturale è una tecnica che viene usata molto meno.  
Esce anche il discorso delle nuove leve e del futuro… in Spagna ci sono alcuni ragazzi che stanno crescendo ma la strada è molto difficile, anche in Spagna ci sono problemi con gli ambientalisti e con la crisi economica, inoltre è quasi impensabile per un emergente con poche possibilità economiche fare il professionista ed  uscire ad allenarsi tutti i giorni con al seguito una o due persone pagate. Senza allenamenti continui il divario tra i primi del mondiale e tutti gli altri è sempre più grande e questo non giova sicuramente al trial. Torno al discorso che si deve fare qualcosa ma di certo non c'è una ricetta giusta.

Con molto piacere scopro che legge sempre mototrial e giudica il nostro sito uno dei più belli e completi a livello mondiale. Grazie.

Fine serata con una bella torta con stampata una sua foto.
Grazie Jordi per la simpatia e la cordialità che del resto fanno parte della tua storia di grande campione.

 


Con Massimo Petrella DML Promotion JTG Italia

 
 
 

Redazione:Silvano Brambilla
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