2008
4° Campionato Italiano Jr C2
3° Trofeo Beta Jr C
1° Campionato Regionale E. Romagna Jr
Fin da piccolo Stefano ha dimostrato una certa predisposizione
per gli “sport con le ruote”. Prima il triciclo, poi una
bici-cross e a 3 anni un Suzuki Vitara elettrico. A quattro anni
un vero mezzo a motore, un piccolo quad per girare nel cortile
di casa dove papà Moreno aveva allestito un mini-circuito con
curve, salite e discese mozzafiato. A cinque anni la prima moto,
un monomarcia Beta, ma gli inizi sono stati difficili, dopo un
grosso spavento, la moto è rimasta inutilizzata per quasi un
anno e Stefy è tornato al quad che gli dava più sicurezza. Poi
lo sblocco, un corso di trial da Alesina in Valsesia e via per i
primi raduni e a vedere le gare dei grandi. Il papà,
appassionato di trial, si portava Stefano nei giri nel bosco e
alle gare del MC Taro Trial, così è iniziata l’attività
agonistica. Il trial è però rimasto un gioco, la moto non è
preparata, le gomme sono consumate e non c’è il tempo per
allenarsi, spesso si gira in moto solo nelle gare. Ci sono la
scuola , il corso di ginnastica artistica, la bicicletta, il
kayak, la piscina, il quad, la Play Station …sono tutte attività
molto divertenti e anche se l’impegno dedicato al trial non è
quello dei veri “professionisti”, i risultati ottenuti nella
gare sono abbastanza soddisfacenti e non c’è da lamentarsi. I
Al secondo anno di gare i risultati sono incoraggianti, si
può sperare in un futuro campione? Forse sì e forse no. Diciamo
molto probabilmente no! Per Stefano il trial è un gioco, magari
impegnativo, ma pur sempre solo un bellissimo gioco.
mezzi sono pochi e per risparmiare si va alle gare con
una vecchia roulotte di 40 anni che fa sorridere tutti.
Tanti fanno parte di Team o di Squadre ben organizzate, così il
papà che è un burlone, si è inventato il “Nessun Trial Team” che
in realtà non esiste e dove lui è sponsor unico, autista,
meccanico, minder, addetto alla logistica e consigliere mentre
mamma Tiziana è cuoca, infermiera, psicologa, fotografa e
soprattutto mamma. Come vedete non manca nulla e il motto del
Team è: “partecipazione e divertimento”. Il mondo non è fatto
solo di numeri uno, ma ci sono anche i numeri due, tre e così
via, che sono poi quelli che contribuiscono a fare grande lo
sport, in fondo se ci fossero solo Bou e Raga e mancassero gli
altri le gare non esisterebbero. In famiglia sono tutti convinti
che il trial sia uno sport formativo per il carattere dei
ragazzi ed hanno sposato in pieno le linee guida contenute nella
cassetta divulgata dalla FMI “Invito al Trial”. Il trial è
sicurezza, controllo, strategia, abilità, equilibrio, spettacolo
e non meno importante, è anche rispetto delle regole e della
natura. Vi sembra poco? E allora via per la prossima gara, in
cerca di amici coi quali condividere la passione per il trial.
A tu per tu
Chi ti ha trasmesso
la passione per questo sport?
Il mio papà e alcuni suoi amici
praticano il trial amatoriale, mi sono appassionato ai loro
racconti e mi è venuta la voglia di imitarli.
Quanto tempo
dedichi agli allenamenti?
Non mi alleno quasi mai, a volte
da una gara all’altra non tocco la moto, però faccio ginnastica
artistica e vado un po’ con la bici da trial.
Cosa pensi della
tua moto?
La mia Beta è standard, abbiamo
cambiato solo il manubrio e le pedane. Non è potente come quelle
dei miei avversari che hanno cambiato frizioni, centraline ecc,
ma per me va bene lo stesso.
Raccontaci
l’ambiente delle gare.
In realtà non posso dire molto,
alle gare restiamo un po’ in disparte perchè ci sono un sacco di
persone che “se la tirano”, però abbiamo fatto amicizia con
altre più alla mano e con le quali abbiamo ottimi rapporti. Ho
anche conosciuto ragazzini della mia età che sono veramente
simpatici e soprattutto dei veri sportivi, Nico, Leonardo,
Nicolò, James.
Hai amici della tua
età con la tua stessa passione?
Dalle mie parti il trial è poco
praticato e non conosco altri ragazzini con i quali poter girare
quindi seguo mio padre e i suoi amici.
Prima di una gara
importante cosa fai?
Prima delle gare io e il mio
papà mettiamo a posto la moto con il massimo impegno, ma per il
resto è tutto normale, mi guardo bene le zone, vado a letto
tardi come al solito e non mi sento in tensione, in fondo il
trial è un gioco, l’importante divertirsi e non farsi male.
In futuro ti vedi
trialista di professione?
Il trial è uno sport povero,
penso che difficilmente sarà il mio lavoro, farò come Orizio e
la mia priorità sarà ottenere un diploma o una laurea.
Cosa pensano i tuoi
amici di scuola del fatto che pratichi questo sport?
Non amo molto fare pubblicità alla mia attività di trialista,
quasi nessuno dei miei compagni sa che faccio le gare, ma i miei
amici fanno il tifo per me.