Stefano Fiorini giovane promessa romagnola

Carta d’identità

Nome e Cognome: Stefano Fiorini

Nick-name: Stefy

Data di Nascita:  20 dicembre 1995

Residenza:Castel d’Aiano (Bo)

Team:   Nessun Trial Team

Moto:  Beta REV 80

Moto Club: Taro Trial (Pr)

Pilota preferito:            Adam Raga 
2008
4° Campionato Italiano Jr C2
3° Trofeo Beta Jr C
1° Campionato Regionale E. Romagna Jr

Fin da piccolo Stefano ha dimostrato una certa predisposizione per gli “sport con le ruote”. Prima il triciclo, poi una bici-cross e a 3 anni un Suzuki Vitara elettrico. A quattro anni un vero mezzo a motore, un piccolo quad per girare nel cortile di casa dove papà Moreno aveva allestito un mini-circuito con curve, salite e discese mozzafiato. A cinque anni la prima moto, un monomarcia Beta, ma gli inizi sono stati difficili, dopo un grosso spavento, la moto è rimasta inutilizzata per quasi un anno e Stefy è tornato al quad che gli dava più sicurezza. Poi lo sblocco, un corso di trial da Alesina in Valsesia e via per i primi raduni e a vedere le gare dei grandi. Il papà, appassionato di trial, si portava Stefano nei giri nel bosco e alle gare del MC Taro Trial, così è iniziata l’attività agonistica. Il trial è però rimasto un gioco, la moto non è preparata, le gomme sono consumate e non c’è il tempo per allenarsi, spesso si gira in moto solo nelle gare. Ci sono la scuola , il corso di ginnastica artistica, la bicicletta, il kayak, la piscina, il quad, la Play Station …sono tutte attività molto divertenti e anche se l’impegno dedicato al trial non è quello dei veri “professionisti”, i risultati ottenuti nella gare sono abbastanza soddisfacenti e non c’è da lamentarsi. I
 

Al secondo anno di gare i risultati sono incoraggianti, si può sperare in un futuro campione? Forse sì e forse no. Diciamo molto probabilmente no! Per Stefano il trial è un gioco, magari impegnativo, ma pur sempre solo un bellissimo gioco.

mezzi sono pochi e per risparmiare si va alle gare con
una vecchia roulotte di 40 anni che fa sorridere tutti.
Tanti fanno parte di Team o di Squadre ben organizzate, così il papà che è un burlone, si è inventato il “Nessun Trial Team” che in realtà non esiste e dove lui è sponsor unico, autista, meccanico, minder, addetto alla logistica e consigliere mentre mamma Tiziana è cuoca, infermiera, psicologa, fotografa e soprattutto mamma. Come vedete non manca nulla e il motto del Team è: “partecipazione e divertimento”. Il mondo non è fatto solo di numeri uno, ma ci sono anche i numeri due, tre e così via, che sono poi quelli che contribuiscono a fare grande lo sport, in fondo se ci fossero solo Bou e Raga e mancassero gli altri le gare non esisterebbero. In famiglia sono tutti convinti che il trial sia uno sport formativo per il carattere dei ragazzi ed hanno sposato in pieno le linee guida contenute nella cassetta divulgata dalla FMI “Invito al Trial”. Il trial è sicurezza, controllo, strategia, abilità, equilibrio, spettacolo e non meno importante, è anche rispetto delle regole e della natura. Vi sembra poco? E allora via per la prossima gara, in cerca di amici coi quali condividere la passione per il trial.
 

A tu per tu

Chi ti ha trasmesso la passione per questo sport?

Il mio papà e alcuni suoi amici praticano il trial amatoriale, mi sono appassionato ai loro racconti e mi è venuta la voglia di imitarli.

Quanto tempo dedichi agli allenamenti?

Non mi alleno quasi mai, a volte da una gara all’altra non tocco la moto, però faccio ginnastica artistica e vado un po’ con la bici da trial.

Cosa pensi della tua moto?

La mia Beta è standard, abbiamo cambiato solo il manubrio e le pedane. Non è potente come quelle dei miei avversari che hanno cambiato frizioni, centraline ecc, ma per me va bene lo stesso.

Raccontaci l’ambiente delle gare.

In realtà non posso dire molto, alle gare restiamo un po’ in disparte perchè ci sono un sacco di persone che “se la tirano”, però abbiamo fatto amicizia con altre più alla mano e con le quali abbiamo ottimi rapporti. Ho anche conosciuto ragazzini della mia età che sono veramente simpatici e soprattutto dei veri sportivi, Nico, Leonardo, Nicolò, James.

Hai amici della tua età con la tua stessa passione?

Dalle mie parti il trial è poco praticato e non conosco altri ragazzini con i quali poter girare quindi seguo mio padre e i suoi amici.

Prima di una gara importante cosa fai?

Prima delle gare io e il mio papà mettiamo a posto la moto con il massimo impegno, ma per il resto è tutto normale, mi guardo bene le zone, vado a letto tardi come al solito e non mi sento in tensione, in fondo il trial è un gioco, l’importante divertirsi e  non farsi male.

In futuro ti vedi trialista di professione?

Il trial è uno sport povero, penso che difficilmente sarà il mio lavoro, farò come Orizio e la mia priorità sarà ottenere un diploma o una laurea.

Cosa pensano i tuoi amici di scuola del fatto che pratichi questo sport?

Non amo molto fare pubblicità alla mia attività di trialista, quasi nessuno dei miei compagni sa che faccio le gare, ma i miei amici fanno il tifo per me. 


 


 


 
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