Racconti mulatrial > 2013
Il
territorio impervio dell’entroterra Ligure concentra e conserva in questa
località tutte le situazioni tipiche della vita rurale dei tempi più antichi:
mulattiere, sentieri e scalinate in pietra che portano ad ogni sorgente, ad
ogni bosco o ai terrazzamenti artificiali in pietra ricavati per sfruttare al
meglio gli alberi da frutto, le olive o i castagni. Abbiamo
visto anche il Presidente del MC della Superba, Sergio Parodi, riprendere il
manubrio di una Evo per gustarsi una giornata di relax in assoluta
tranquillità, consapevole che l’organizzazione della sezione avrebbe risolto
ogni problema senza la sua presenza … e così è stato! Non
so come ho fatto a girare, qualche curva intraversando il posteriore mi è
riuscita ma su altre ho dovuto inventare l’impossibile, anche la fermata per
fotografare la moto perché non ero più in grado di connettere …. Probabilmente
questi discendenti degli antichi Longobardi, seguaci di Uri dio della caccia e
della neve, hanno voluto riscoprire un atavico percorso di iniziazione …
il “Cavriasco”! Domenico,
il Presidente della Sezione, durante la consegna ai partecipanti delle coppe
dedicate a Michela, ha toccato il cuore di tutti quando, raccontandola, ha
cercato di manifestare la sua positività.
San Marco D’Urri è una minuscola frazione del Comune di
Neirone, in provincia di Genova, arroccata nei monti della Val Fontanabuona.
Le sue origini si perdono nella notte dei tempi, lo
stesso nome evoca il Dio Longobardo Uri della caccia e della neve, combinato
con quello del Leone di San Marco di Venezia in ricordo della comunità di
veneti che diede origine all’insediamento definitivo intorno all’anno 1200.
Uri ....
Un insediamento nascosto, poco conosciuto, però
fortunatamente dotato di un attivo gruppo locale di amici che ha cercato di
organizzarsi per fondare una minima struttura di supporto allo scopo di
condividere idee, opinioni e sfruttare al meglio le loro risorse per
creare ulteriori occasioni di aggregazione nel paese.
Poche cose, però essenziali ed efficaci: il Circolo, la
Proloco Valli con un bar, un struttura semicoperta per le feste estive condita
dalla collaborazione tra persone di ogni età, tipica di questi posti dove ci si
conosce tutti fin dalla nascita.
La sezione San Marco D’Urri del MC della Superba ha
capito che le loro risorse, combinate con la passione per il trial ed il
proprio territorio, potevano entrare in simbiosi per mantenere al meglio la
funzione di queste viabilità per creare altre opportunità per il loro paese.
Questa visione si è concretizzata nella Mulatrial di San
Marco D’Urri e il 30 giugno scorso la 2^ edizione ha visto la partecipazione di
100 motoalpinisti che hanno riscoperto quello spirito iniziale, tipico di
questi eventi, quando ci si ritrova insieme in un piccolo paesino: le auto ed
carrelli vengono ospitati nei prati a fasce rasati di fresco, qualcuno arriva
con le tende il giorno prima e si accampa per assaporare la quiete della
campagna in attesa del giro, sviluppato sul territorio dei comuni di Neirone e
Lumarzo.
Un evento essenziale, organizzato però in ogni dettaglio
dalla segreteria delle iscrizioni, alla colazione nel bar della Proloco con la
partenza immediata, senza trasferimenti, su una mulattiera con l’indicazione da
seguire costellata di percorsi gialli per bambini, frecce verdi comuni a tutti
e varianti blu più tecniche, con alcuni passaggi rossi per i più smaliziati,
trialisticamente parlando.
Lungo il percorso, nei punti più critici, si trovavano
almeno due o tre ragazzi del posto che aiutavano tutti ad affrontare ogni
ostacolo.
La prima parte del tracciato era molto scorrevole,
all’ombra dei castagni, un riscaldamento necessario per affrontare il primo
gruppo di varianti blu e rosse del percorso.
Il rosso partiva da una rampa di terra in contropendenza
mentre il blu seguiva un canalone costellato di radici e gradini, ho seguito
quest’ultimo, immerso nell’ombra della vegetazione.
Il percorso è stato ricavato come un tunnel tra le liane
dell’edera intrecciata alla fitta vegetazione, sicuramente le squadre di
pulizia ci hanno lasciato sudore e fatica per proporcelo ma il loro lavoro ha
esaltato ancora di più questi passaggi da affrontare leggeri sull’anteriore,
cercando la posizione più equilibrata per non impuntarsi e per passare i
gradini più insidiosi.
La salita ci ha portato sul monte Cavello, la vista
spaziava sui monti della Valle, la luce del sole illuminava le prime
espressioni contente dei motoalpinisti che hanno subito la prima mutazione
dello sguardo nel sentiero delle “lame nere”.
La mulattiera scendeva nuovamente verso un infido
passaggio sull’ardesia bagnata dove si doveva curvare in discesa senza toccare
il freno anteriore e far scorrere la moto altrimenti finivi di traverso dentro
una pozza d’acqua da cui potevi uscire solo se la alimentavi prima con il
sudore della fronte ….
Probabilmente le “lame nere” sono state il punto di
svolta della mulatrial, da questo momento in avanti la scorrevolezza del giro
iniziò a prendere le distanze dai piloti, il fondo iniziò a presentare tutte le
opzioni delle possibili difficoltà di una mulatrial che si rispetti: sentieri,
mulattiere, antiche scalinate e torrenti in secca tra radici e pietre rotolanti
con salite e discese da adrenalina pura dove la ruota posteriore in determinati
punti si allontanava dal suolo anche se facevi di tutto per tenercela
attaccata!
Qualcuno nelle discese ha letteralmente “cotto” i freni
… ma poi la pendenza si è letteralmente invertita quando abbiamo risalito il
percorso blu su monte Bragaglino (almeno credo …)
Di sicuro il giro risaliva un crinale spettacolare per
la tecnicità dei passaggi in aderenza, con l’asciutto di quella giornata i
tasselli sembravano aggrapparsi uno ad uno sulle rocce come le dita di un
freeclimber: se trovavi la tua giusta posizione, quasi appoggiato al manubrio,
potevi provare a farla tutta con un filo di gas e azzardare i gradini al limite
del ribaltamento prendendo lo slancio in assoluta sicurezza ….
…. Fino ad arrivare alla discesa prima del ristoro,
dove, ogni mulatrial come si deve, propone una serpentina con le curve chiuse
ad un angolo così acuto che neppure la trigonometria più avanzata poteva
ricavare una relazione di equivalenza con le possibilità di percorrerle con una
moto!
La sosta del ristoro è stata allietata dalla focaccia
ligure all’ombra degli alberi, appena il tempo di prendere fiato e rifornire la
moto praticamente a secco, le prime tre ore di giro erano trascorse senza
neppure farci caso poichè la concentrazione di guida e la bellezza del percorso
ti avevano proiettato in quello stato di astrazione che caratterizza ogni
“malato” di trial quando gira al massimo del piacere!
Le frecce, sempre posizionate al posto giusto, ci hanno
condotto su un crinale veloce e panoramico, avevo quasi l’impressione che, dopo
il ristoro le difficoltà si fossero esaurite per non infierire sui
partecipanti, una parte del giro l’abbiamo percorsa con i “pulcini” del
MC Albenga, due ragazzini dotati di un coraggio da leone seguito dalla nutrita
pattuglia del loro MC.
Ma le difficoltà non fìnirono …
Quando sono arrivato su una curva dopo un minimo tratto
di sterrato ho trovato una freccia blu che puntava verso il basso, un signore
del posto mi dice che lui giù di li non ci va neppure a piedi e non capisce
come facciamo a passare con le moto ……
Penso che non conosca cosa riusciamo a fare con una moto
da trial quindi scendo …. Anzi precipito, come se fossi stato aspirato, in una
discesa a gradoni su antiche fasce coperte dalla vegetazione, sono così in
verticale che non riesco neppure a vedere dove finisce la traccia, il
parafango, da dietro, mi spinge avanti mentre provo a garantire l’assetto a
tutti i costi, l’adrenalina sale a valori pazzeschi, ma arrivo in fondo!
Qui trovo due adepti del Dio Uri che, sotto le spoglie
degli organizzatori, valutavano chi arrivava illeso ad una antica diga,
probabilmente un’ara sacrificale pagana, anche le pietre sembrano scolpite con
caratteri runici dei barbari del nord …..
ma forse è solo un’impressione, forse sono solo le
striature del calcare sciolte dallo scorrere dell’acqua … però il contesto, la
situazione, la diga e la mulattiera ricavata da mani sapienti nella notte dei
tempi fanno correre la mia immaginazione mentre vi salgo con la mia moto.
Da qui il giro si sviluppato ancora per un tratto
notevole, alla fine ho stimato almeno 5 ore piene di motoalpinismo senza
eccessive soste e tutte articolate su sentieri, mulattiere e crinali costellati
di rocce, un giro anche molto tecnico ma in situazioni ove si poteva azzardare
qualsiasi tentativo per passare in assoluta sicurezza.
Alla fine si arriva al punto di partenza dove ci
accolgono le “trofiette” al pesto e la salsiccia sotto la struttura coperta
della Proloco, si sta tutti insieme a decantare tutta la giornata passata
gustando questi piatti mentre Sergio Parodi, Presidente del Mc della Superba,
esalta l’operato dei ragazzi della Sezione di San Marco D’Urri per il risultato
positivo della mulatrial.
I ragazzi del paese hanno esaltato questo evento
dedicandolo la gioia dei motoalpinisti alla memoria di una loro amica, Michela
Marasso, mancata circa due anni fa in un incidente d’auto ….
Il più giovane ...
Il più "saggio" ....
Il più distante ....
Positività che si ritrova tra i ragazzi del paese, tra i
volontari del Circolo ACLI, i volontari dell’ambulanza e tutti coloro che si
sono ritrovati insieme per consegnare il loro territorio ai motoalpinisti
consapevoli che, nel ricordo di questa magnifica mulatrial, Michela sarà ancora
presente.
Una mulatrial che vuole ritornare alle origini della
tradizione motoalpinistica dove l’efficienza r la semplicità sono la garanzia
di puro divertimento e il territorio può essere ritrovato perché i sentieri e
le mulattiere tornano a rivivere con il trial.
Alla prossima edizione!