Nella sua lettera ci sono diversi spunti
interessanti ma anche un po’ di controsensi.
Comunque la mia opinione sul tema è:
REGOLAMENTO X-TRIAL : sicuramente non è di facile
comprensione per nessuno. Dovrà essere adeguato. Quello attuale
è troppo sbilanciato verso i tempi e le esigenze televisive di
una produzione live che condiziona pesantemente la gestione di
queste manifestazioni e a mio avviso non porta una contropartita
sufficiente a giustificare tutti i problemi connessi.
Il peso specifico delle prove di velocità è
sproporzionato rispetto allo sport che deve rappresentare.
In una analisi generale del regolamento e di
questi eventi, non bisogna dimenticare che va scelta una strada,
ma questa deve essere una scelta netta:
a) Privilegiare l'aspetto sportivo, in quanto
abbiamo un titolo mondiale in palio.
b) Privilegiare lo spettacolo fine a se stesso.
Bisogna decidere prima di tutto questo.
Poi bisogna farsi la domanda: questo spettacolo
cosa porta allo sport del trial?
A Milano su ottomila presenti malcontati c'erano
quattromila trialisti e quattromila non trialisti. Quanti di
questi ultimi sono andati a casa con la voglia di comperare una
moto e fare del trial?
Pochi o nessuno, perché lo spettacolo proposto è
quanto di meno similare, adatto e propedeutico alla pratica del
trial.
Stiamo pensando di inserire in ciascun percorso
indoor una sezione che rispecchi che cosa è il vero trial, per
poter spiegare questo a chi non conosce il nostro sport.
Sull'altare dello "spettacolo" abbiamo già dato
troppo e non vogliamo dare di più.
Non sono gli "spettatori" che tengono vivo e
alimentano il nostro ambiente, ma lo sono invece i praticanti e
in particolar modo quelli che detengono i livelli più comuni in
termini di capacità tecniche.
I protagonisti del trial, quelli che hanno la
parte più visibile e prestigiosa del nostro sport, devono
mettersi a disposizione dello stesso per far si che sia più
grande e abbordabile da tutti.
Cordiali saluti
Giulio Mauri
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