i Commenti di luigi Schiavi sulla 3 giorni della Valtellina

Bormio, 16-17-18 Giugno 2000 - Tre Giorni della Valtellina - M.C. Valtellina

 Doveva essere la fasta internazionale del Trial e così è stato.

Grande soddisfazione alla fine della Tra Giorni della Valtellina organizzata dal M.C. Valtellina il cui presidente Lino Della Rodolfa ha diretto uno staff organizzativo di oltre 90 persone che hanno lavorato a lungo per garantire l’ottima riuscita della manifestazione che si prefiggeva di essere appunto non una vera e propria gara né una semplice cavalcata ma una festa del Trial in cui tutti potessero trovare motivo di soddisfazione e divertimento. Così i motoalpinisti “puri” forse meno interessati alle zone no stop hanno trovato la possibilità di percorrere sentieri tra i più belli offerti dalle montagne lombarde che costituivano il trasferimento della gara per un totale di 220 Km quasi tutti fuori strada suddivisi nelle tre giornate e cimentarsi, se lo desideravano, anche in qualche prova no-stop. I piloti, invece, hanno avuto a disposizione lungo tale trasferimento ben 35 zone no stop per ogni giornata di gara ottimamente tracciate e senza code all’ingresso con la possibilità di gustarsi il panorama e i luoghi veramente incantevoli attraverso i quali si transitava oltre che godersi le evoluzioni dei big, tra cui Bosis, Lenzi, Manzano (lo spagnolo sedicenne di grande talento) e altri, in attesa di entrare in zona. Altri ancora hanno potuto dare sfoggio della loro abilità nel... ripulire i rifugi dal vino, salsicce, polenta ed ogni altra ghiottoneria che l’aria di montagna ha ulteriormente aiutato ad apprezzare.

 

Ma veniamo alla cronaca della gara che è stata accompagnata da tre giorni di splendido sole (il primo giorno per la verità c’è stato un piccolo scroscio di pioggia ma niente più).

La partenza dei piloti, poco più di 100 i partenti i primi due giorni e circa 140 la domenica compreso un nutrito gruppo di stranieri per lo più austriaci, tra cui un gruppo di ragazzini molto promettenti, e spagnoli, avveniva mediante estrazione degli orari a partire dalle ore 8 e il tempo di gara era di 8 ore e 30 minuti per le prime due giornate rispettivamente con trasferimenti di 82 (il più bello dei tre giorni) e 87 Km per 35 zone no stop per un giro unico. Solo 5 ore di tempo per completare invece i 50 Km del giro e le 20 zone no stop al terzo giorno. Il trasferimento, veramente bello, si snodava all’interno delle vallate che fanno capo a Bormio permettendo di apprezzare i paesaggi montani più vari con sentieri ora all’interno della pineta ora in quota tra ruscelli e torrenti (veramente incantevoli le zone tracciate il primo giorno ai bordi di un laghetto in quota dall’acqua incredibilmente cristallina) ora su sterrati più o meno ripidi ed impegnativi. Su tali sterrati qualche fastidio è stato procurato dalla polvere che si alzava al passaggio delle moto a causa del terreno estremamente secco soprattutto a quei piloti non equipaggiati con occhiali o mascherine di tipo enduristico.

Da notare che i piloti giravano senza il cartellino segnapunti e che i punteggi venivano segnati solo sulla tabella dei giudici di zona. Questo ha contribuito a diminuire i problemi organizzativi e a smaltire le code più velocemente mentre risultava piuttosto difficoltoso per i piloti tenere il conto delle penalità totalizzate.

La lunghezza del percorso come potete capire ha causato qualche problema di rifornimento e qualche apprensione nei piloti soprattutto perché molti non erano provvisti di zaini e taniche o bottiglie in cui trasportare il carburante. L’organizzazione comunque ha provveduto a mettere a disposizione a metà percorso taniche di miscela. Alcuni però nonostante questo hanno avuto qualche difficoltà comunque facilmente risolta grazie alla generosità di altri piloti impietositi...

Sempre nei primi due giorni di gara a metà percorso, dove appunto era previsto il rifornimento di carburante, era possibile rifocillarsi gratuitamente all’interno di un rifugio : l’organizzazione offriva un piatto di pasta, formaggio ed una bottiglia di acqua molto apprezzati dai piloti.

Dopo i 30 minuti di fermo obbligatorio al punto di ristoro i piloti potevano ripartire per completare il giro fermandosi dopo alcune ore di trasferimento al distributore di benzina di Sondalo, avvisato per l’occasione di tenere pronte taniche di miscela in percentuale adatta e preparata con olio “buono” (la simpatica ragazza del distributore si è sentita ripetere domande sulla qualità dell’olio dai trialisti fino all’esasperazione...)

L’ultimo tratto del trasferimento da Sondalo a Bormio era in buona parte su strada asfaltata che comunque, a patto di non esagerare con il gas per non danneggiare i motori che non “gradiscono” particolarmente questo tipo di utilizzo, è stata apprezzata da molti piloti che finalmente potevano rilassarsi per qualche minuto dopo gli intensi sforzi della giornata. Indubbiamente rispetto ad una gara normale le 8 ore di tempo, tolti i 30 minuti di fermo al ristoro, dovevano essere trascorse tutte alla guida della moto ed anche le ricognizioni a piedi nelle zone dovevano limitarsi al minimo indispensabile per non rischiare di finire fuori tempo massimo, cosa che prevedeva la squalifica da tutta la gara di tre giorni (si poteva comunque prendere parte alla gara ma non si appariva nelle classifiche finali ma solo in quelle di giornata). Quindi lo sforzo fisico è stato notevole : soprattutto le lunghe discese (anche 20 minuti ininterrotti di sentieri, ciottolati, gradini, ecc.) hanno dato problemi ai meno allenati : le braccia e le mani cominciavano a “ribellarsi” costringendo a qualche breve fermata rigeneratrice magari vicino a qualche immancabile fontana.

 

Belle le zone e soprattutto adatte sia al livello dei partecipanti che allo spirito della manifestazione. Pochi o nessuno, si sono preoccupati in questa occasione di discutere sulla difficoltà delle zone. Tutti i piloti di ciascuna delle due categorie previste, nazionali ed internazionali (i “Rossi” che affrontavano le difficoltà più impegnative) e i Regionali (i “Verdi” cioè tutti gli altri) hanno concordato sul fatto che fossero divertenti, varie e tracciate in luoghi veramente spettacolari. Ogni zona era tracciata senza l’utilizzo di fettucce ma solo con porte di IN e FIN e due o tre altre porte di colore rosso e verde. Ciò ha permesso di sbizzarrirsi nella ricerca delle traiettorie anche se comunque la mancanza delle fettucce non permetteva, e qui è stata forse la bravura dei tracciatori, di evitare gli ostacoli uscendo eccessivamente dal percorso. In ogni caso tutte erano tracciate intelligentemente con un buon livello di difficoltà. Fabio Lenzi, vincitore finale della categoria Nazionale/Internazionale, estremamente disponibile per essere intervistato a fine gara ci ha detto che le zone erano tutto sommato facili ma molto insidiose e richiedevano una buona dose di concentrazione e che per il tipo di gara si riteneva molto soddisfatto e divertito. Certo, questi piloti professionisti mandati appositamente dalle case costruttrici in qualità di “sponsorizzazione” vivente devono anche adattarsi alle risposte di circostanza ma Fabio sembrava realmente sincero. Discorso differente per Diego Bosis che si è diplomaticamente sottratto alle nostre domande lasciandoci nel dubbio di non aver apprezzato particolarmente la gara. Per la verità nonostante l’ottimo risultato ottenuto, secondo assoluto, in alcune occasioni lo abbiamo visto commettere piccole ingenuità che non rendevano giustizia alla sua classe dimostrata in passaggi precedenti o immediatamente successivi. Enrico Molteni, altro pilota “rosso” di ottime qualità, durante la gara affermava di trovare la gara non difficile ma comunque divertente. Stesso giudizio arriva dalla parte alta della classifica delle categorie minori nella quale Pietro De Angelis, pilota in forza al Team Millepiedi terzo classificato assoluto della categoria Verde, si è detto soddisfatto oltre che dalle zone anche dall’ambientazione delle stesse veramente splendida. Anche Corrado Garzetti si è detto soddisfatto per il tipo di gara e di aver trovato tutto sommato ciò che si aspettava di trovare. Più o meno tutti gli altri piloti hanno dato lo stesso giudizio con le dovute poche eccezioni che... confermano la regola.

Da segnalare anche un incidente piuttosto serio il primo giorno di gara occorso al pilota Cometti di categoria Verde che in una banale caduta riportava dopo una torsione della gamba un trauma ai legamenti del ginocchio destro. Facciamo i nostri auguri di pronta guarigione a questo sfortunato pilota che fino a quel punto stava tra l’altro conducendo un’ottima gara che avrebbe consentito un ottimo risultato anche della sua squadra. (prendevano parte alla gara infatti dietro pagamento della quota di iscrizione, anche squadre formate da tre piloti ciascuna)

Molti sono stati i piloti finiti fuori tempo massimo in tutti e tre i giorni mentre alcuni sono stati costretti al ritiro o per rotture o per mancanza di allenamento : Attilio Lafranconi (Team Millepiedi) alla fine del secondo giorno di gara si aggirava con sguardo perso per il paddock in cerca della propria tomba fino a che è stato avvisato di essere, nonostante tutto , ancora vivo... Anche Eugenio Gatti (M.C. Canzo) che ha tenuto duro fino alla fine, affermava, durante il terzo giorno di gara, di essere un “morto vivente” ma del “vivente” non era proprio certo. Io invece ho pensato bene di interrompere la gara presso il rifugio con vista sulla diga dei laghi di Cancano davanti a salsicce, polenta e quant’altro in compagnia di molti altri “atleti” causando la preoccupazione del Direttore di Gara, Ferruccio Papa, che prima di comprendere bene la situazione si è precipitato ad avvisarci che quel giorno non era previsto l’obbligo di fermata di 30 minuti per il ristoro e che il tempo era tiranno: poi ha capito che eravamo dei veri “professionisti” e scuotendo il capo si è allontanato sconsolato...

Piccolo giallo il secondo giorno di gara : alcuni piloti “capitanati” da Bosis e Lenzi non trovando il trasferimento correttamente segnalato dopo aver provato sentieri alternativi che finivano in posti impervi o assai pericolosi decidevano di tornare alla partenza saltando le ultime 7 zone trascinandosi dietro molti altri piloti incontrati sul percorso. Alla fine oltre 60 piloti hanno invaso la statale in direzione di Bormio creando un gruppone stile giro d’Italia. In realtà molti altri piloti hanno trovato il sentiero giusto affermando che era comunque discretamente segnalato. Alla fine comunque gli organizzatori a causa di questo inconveniente hanno deciso di annullare le ultime 7 zone e non considerare le penalità di tempo per tale giornata.

 

Anche il dopo-gara non è stato lasciato al caso dagli organizzatori : il venerdì sera nella piazza centrale di Bormio dopo le premiazioni dei vincitori della giornata, è stata illustrata alla presenza delle autorità e di numeroso pubblico l’intera manifestazione (ricordiamo che il tutto era patrocinato oltre che dai comuni all’interno dei quali passava il percorso anche dalla regione Lombardia). In tale occasione si è esibito proponendo alcune evoluzioni anche il campione mondiale di BMT oltre che la banda locale con costumi tradizionali. Ai presenti è stato inoltre offerto dell’ottimo “vin brulè” apprezzato anche per il clima serale piuttosto fresco.

Il Sabato sera invece a tutti i piloti ed ai loro accompagnatori è stata offerta la “cena di gala” all’interno del Pentagono di Bormio durante la quale si è esibita un’orchestra Milanese giunta per l’occasione e si sono svolte le premiazioni di giornata oltre che quelle finali della due giorni delle moto storiche che si concludeva appunto il sabato per evitare la concomitanza con una gara valida per le moto d’epoca la Domenica. In questa occasione il sempreverde Giovanni Tosco, ex campione italiano senior, ha fatto man bassa di premi.

Le premiazioni finali invece si sono tenute a fine gara alla presenza della banda che proponeva l’inno nazionale del vincitore anche se per la verità alle classifiche di giornata immediatamente esposte si sono contrapposte le classifiche generali che si sono fatte attendere per ore.

Insomma il giudizio sulla manifestazione ritengo possa essere estremamente positivo. E’ stata una vera festa del Trial dove anche l’agonismo non lasciava spazio a tensioni o a troppe preoccupazioni (un 5 in più o in meno non ti infastidiva più di tanto) : un’esperienza che consiglierei. Unico piccolo neo l’applicazione della regola della no-stop pura, cioè di qualsiasi fermata punita con il 5 : il primo giorno molti piloti nemmeno lo sapevano e si lamentavano dei 5 ricevuti, credendoli ingiusti, in ogni caso superare passaggi anche difficili e prendere un 5 per essersi fermati una frazione di secondo magari solo per recuperare l’equilibrio o per qualsiasi altro motivo mi sembra veramente un altro sport ! Ci è stato riferito che tale regola in questa occasione è stato voluta dalla FMI in qualità di test sull’applicazione dei nuovi regolamenti che prevedono tale regola : visti i risultati direi che ciò dovrebbe far “rinsavire” i sostenitori di tale idea. Molto significativa la risposta anche riguardo a questo tema di Fabio Lenzi che cercando di non sbilanciarsi troppo in realtà ci ha fornito un ottimo spunto dicendo quanto segue : “SE i giudici riescono a giudicare correttamente, SE le zone vengono tracciate in modo opportuno, SE tutti applicano la regola allo stesso modo evitando di lasciare i piloti disorientati dalle differenze di giudizio, potrebbe essere anche una buona idea.” Insomma con tutti questi SE una vera utopia ! Io resto dell’idea che si debba assolutamente evitare questo scempio e invito chi non l’avesse ancora fatto a partecipare al sondaggio che trovate sul sito e che affronta proprio questo tema.

 Per adesso vi saluto ricordandovi che il trial regionale non si ferma nemmeno dopo le fatiche della Tre Giorni e che domenica 25 Giugno ci sarà una prova del Campionato Valtellina a Piantedo sempre ad opera del M.C. Valtellina (ma quando dormono questi ?).

Ciao a tutti.

Luigi                  teammillepiedi@iol.it

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