"pistone" |
DA PICCOLO
UN DITALE DI CENERE
CON AUREOLE DI GHISA;
VIAGGIAVI IN MICROAEREI DI BALSA,
SEMPRE IN CLASSE OPERAIA.
POI IL TUO CIELO SI ALLARGO'
E INGURGITANDO SILICIO E BAUXITE
DIVENTASTI PISTONE.
IGNORANDO I BORGHESI
CHE TI DAVANO DEL TRONCOCONICO
TI TROVASTI ADULTO E ALTERO
A VOLTE DIAMANTATO.
ORA OSTENTI ELEGANZA
IN ATTILLATE GUAINE DI GRAFITE,
O IN CAMICIE SU MISURA
DI GHISA CENTRIFUGATA,
MA LA TUA CASA E' TORRIDA, UNTUOSA
COME UNA FAVELA BRASILIANA.
TALVOLTA ESTROSI MECCANICI
TI APRONO FINESTRE NEL MANTELLO
MA IL TUO CIELO E' NERO,
PERCORSO DA METEORE DI FUOCO
ED OGNI PICCOLA SCINTILLA
SPINTONA SEMPRE PIU IL TUO SOGNO D'AZZURRO
IN UN MORTO PUNTO INFERIORE. Jo'' Dallera |
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"candela" |
Sego di ceramica
e stoppino di nickel,
caina e cattolica,
odi del pistone,il mimare
di un coito ininterrotto
a te negato.
Il magnete tuo signore
batte il ritmo,
che mademoiselle bobina
ingigantisce beffarda.
Unico tuo trastullo
il giocare ai temporali
con piccoli lampi
e tempeste di idrocarburi.
Candela serva di tutti,
tu giochi d'anticipo
ed io non ti sottovaluto,
conosco la tua ira,
ho visto più volte
le sei facce del tuo esagono
cercare smarrite
le croci dei due ladroni
lungo colline d'alluminio.
Ti ho sentito castigare il pistone,
con rumore di vetri rotti
e urla di silicio colpito a morte
e poi scogliere di silenzio,
su cui invano si frangono,
schiumose onde di glicole etilenico.Jo' Dallera |
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"biella" |
Ironia della sorte,
chiamarsi come una città,
brulicante d'umani
e vivere in solitudine.
Biella, fusto senza rami,
senza nidi, senza uccelli,
triste e instancabile come un reduce,
un solo occhio, un solo piede
macini chilometri,
correndo senza meta
in una nebbia d'olio.
Up and down, up and down.
Sopporti carichi da sfianco
con infinita pazienza ,
hai la grinta di un mulo
e due volte la sua forza.
Percossa, umiliata
da battiti furiosi,
ti ergi dritta, impertinente,
nella tua corteccia di rame.
Nessuno canterà le tue fatiche,
o ti dirà mai "bella",
se non un somaro(cattivo scolaro),
che mal conosce l'ortografia.Jo' Dallera |
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" carter " |
CARTER, GEMELLI SIAMESI
OPPOSTI E ESTREMISTI,
CHE VI GUATATE FURIBONDI,
GELOSI DEGLI DEI,
CHE NICCHIANO NELLE VOSTRE SEDI.
CARTER, FUSI IN TERRE
DAI PROFUMI LONTANI
O IN CUNICOLI LEVIGATI
D'ACCIAIO AL CROMO TEMPRATO.
VOI,PRESSATI,SBAVATI,
FRESATI, FORATI,
RULLATI,SPIANATI,
CHI VI HA UNITO,CON VITI
DI FERRO BRUNITO,
SPORCHI, RETTILINEI ANELLI NUZIALI
DI UN MATRIMONIO COMBINATO?
CARTER,GUSCI SENZA CUORE,
OSTRICHE D'ALLUMINIO,
SENZA AMICI,SENZA AMORE.
TRA LE VOSTRE PARETI NERVATE E GRIFAGNE
L'ALBERO,PRIGIONIERO INDOMABILE,
SCONTA LA SUA PENA INFINITA,
ROTOLANDO SENZA META.Jo' Dallera |
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"cuscinetto" |
prigione di dei,
sferici, perfetti,
equidistanti,
"trait d'union"
di anelli
che si specchiano all'infinito
senza mai potersi toccare,
maledizione di due mondi
che si parlano
attraverso biglie inossidabili.
Sempre, l ' anima del ferro,
(figlio guerriero della Terra)
si burla di yin e yang.
Anello interno,
anello esterno
o viceversa
e tra loro
in rotante meditazione
piccoli buddha d'acciaio,
tondi, enigmatici,
che sembrano dire:
"Uomini ,
donne,
vi incontrerete mai
veramente?".Jo' Dallera |
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