" Le poesie di Jo' Dallera "

Il vero amore ?
L’amore per i motori, per le moto e per tutto quanto ruota loro attorno, ben sappiamo cosa ci porti a fare. Le azioni più incredibili ed i sacrifici più fastidiosi nulla pesano quando a farci muovere è la nostra fedele compagna. Quante volte, seppur sfiniti da qualche gara o da qualche uscita, prima di pensare a noi stessi e di rifugiarci sotto una sognata doccia calda, ci siamo dedicati a lei, lavandola con cura dal fango che la ricopriva, come segno della nostra gratitudine nei suoi confronti per come si era comportata bene lei nei nostri?! Quante sere abbiamo trascorso in garage per controllare fino all’ultima vite o per smontare qualche particolare che non ci convinceva sino in fondo o semplicemente per mettere al posto giusto quel bell’adesivo racing?! E quante preoccupazioni abbiamo avuto quando alcuni imprecisati sintomi ci avvisavano del suo precario stato di salute?! Ho elencato i fatti che più ricorrenti avvengono nel corso della nostra vita con LEI. Ma nonostante le esperienze siano estremamente vaste (non è un merito ma una fregatura) non mi era mai capitato di imbattermi in una persona che (come certamente alcuni di noi in passato hanno fatto per la donna regina del loro cuore) avesse dedicato la sua vena poetica alla partner del suo tempo libero. Le poesie che di seguito pubblichiamo, sono opera di un amico che forse molti di voi avranno avuto modo di apprezzare per il suo lavoro di preparatore nel settore del trial; è un piacere veramente grande scoprire che Jo' Dallera (Mototekna) è mosso anche da questi sentimenti, d’ora in poi so che non si prenderà cura solo della parte meccanica della mia amata, ma anche della sua anima.

Alberto Maccechini

mace@inwind.it

"pistone"
DA PICCOLO
UN DITALE DI CENERE
CON AUREOLE DI GHISA;
VIAGGIAVI IN MICROAEREI DI BALSA,
SEMPRE IN CLASSE OPERAIA.

POI IL TUO CIELO SI ALLARGO'
E INGURGITANDO SILICIO E BAUXITE
DIVENTASTI PISTONE.
IGNORANDO I BORGHESI
CHE TI DAVANO DEL TRONCOCONICO
TI TROVASTI ADULTO E ALTERO
A VOLTE DIAMANTATO.

ORA OSTENTI ELEGANZA
IN ATTILLATE GUAINE DI GRAFITE,
O IN CAMICIE SU MISURA
DI GHISA CENTRIFUGATA,
MA LA TUA CASA E' TORRIDA, UNTUOSA
COME UNA FAVELA BRASILIANA.

TALVOLTA ESTROSI MECCANICI
TI APRONO FINESTRE NEL MANTELLO
MA IL TUO CIELO E' NERO,
PERCORSO DA METEORE DI FUOCO
ED OGNI PICCOLA SCINTILLA
SPINTONA SEMPRE PIU IL TUO SOGNO D'AZZURRO
IN UN MORTO PUNTO INFERIORE.

Jo'' Dallera

"candela"
Sego di ceramica
e stoppino di nickel,
caina e cattolica,
odi del pistone,il mimare
di un coito ininterrotto
a te negato.
Il magnete tuo signore
batte il ritmo,
che mademoiselle bobina
ingigantisce beffarda.
Unico tuo trastullo
il giocare ai temporali
con piccoli lampi
e tempeste di idrocarburi.

Candela serva di tutti,
tu giochi d'anticipo
ed io non ti sottovaluto,
conosco la tua ira,
ho visto più volte
le sei facce del tuo esagono
cercare smarrite
le croci dei due ladroni
lungo colline d'alluminio.
Ti ho sentito castigare il pistone,
con rumore di vetri rotti
e urla di silicio colpito a morte
e poi scogliere di silenzio,
su cui invano si frangono,
schiumose onde di glicole etilenico.

Jo' Dallera

"biella"
Ironia della sorte,
chiamarsi come una città,
brulicante d'umani
e vivere in solitudine.

Biella, fusto senza rami,
senza nidi, senza uccelli,
triste e instancabile come un reduce,
un solo occhio, un solo piede
macini chilometri,
correndo senza meta
in una nebbia d'olio.

Up and down, up and down.

Sopporti carichi da sfianco
con infinita pazienza ,
hai la grinta di un mulo
e due volte la sua forza.

Percossa, umiliata
da battiti furiosi,
ti ergi dritta, impertinente,
nella tua corteccia di rame.

Nessuno canterà le tue fatiche,
o ti dirà mai "bella",
se non un somaro(cattivo scolaro),
che mal conosce l'ortografia.

Jo' Dallera

" carter "
CARTER, GEMELLI SIAMESI
OPPOSTI E ESTREMISTI,
CHE VI GUATATE FURIBONDI,
GELOSI DEGLI DEI,
CHE NICCHIANO NELLE VOSTRE SEDI.

CARTER, FUSI IN TERRE
DAI PROFUMI LONTANI
O IN CUNICOLI LEVIGATI
D'ACCIAIO AL CROMO TEMPRATO.
VOI,PRESSATI,SBAVATI,
FRESATI, FORATI,
RULLATI,SPIANATI,
CHI VI HA UNITO,CON VITI
DI FERRO BRUNITO,
SPORCHI, RETTILINEI ANELLI NUZIALI
DI UN MATRIMONIO COMBINATO?

CARTER,GUSCI SENZA CUORE,
OSTRICHE D'ALLUMINIO,
SENZA AMICI,SENZA AMORE.
TRA LE VOSTRE PARETI NERVATE E GRIFAGNE
L'ALBERO,PRIGIONIERO INDOMABILE,
SCONTA LA SUA PENA INFINITA,
ROTOLANDO SENZA META.

Jo' Dallera

"cuscinetto"
prigione di dei,
sferici, perfetti,
equidistanti,
"trait d'union"
di anelli
che si specchiano all'infinito
senza mai potersi toccare,
maledizione di due mondi
che si parlano
attraverso biglie inossidabili.

Sempre, l ' anima del ferro,
(figlio guerriero della Terra)
si burla di yin e yang.

Anello interno,
anello esterno
o viceversa
e tra loro
in rotante meditazione
piccoli buddha d'acciaio,
tondi, enigmatici,
che sembrano dire:
"Uomini ,
donne,
vi incontrerete mai
veramente?".

Jo' Dallera