ALCUNE CONSIDERAZIONI SULL'ULTIMA GARA DI CAMPIONATO ITALIANO A TORREBELVICINO 


Domenica 18.03.01, sono stato a Torrebelvicino a seguire la 2^ d'Italiano, per prima cosa mi scuso con tutti voi se non sono riuscito ad inviare, la domenica sera, oltre alla scheda di Miki Orizio e le foto del podio, almeno un articoletto di commento sulla gara stessa.
Purtroppo tra il "voler fare" e i tempi imposti dalla famiglia e dal lavoro, a volte non si riesce a coniugare le due cose contemporaneamente. In ogni caso un'idea sul tipo di gara ve la sarete già fatta leggendo la scheda di Miki. Io voglio ora aggiungere alcune
riflessioni che ho fatto a mente serena.
Al termine della gara (ma anche nel corso della stessa) ho incontrato vari amici che o vi stavano partecipando oppure erano presenti come spettatori. Ho trovato parecchi tra loro del parere che la gara fosse sproporzionata, per durezza delle zone, ad un campionato italiano. Io non ero dello stesso parere ma in parte, com'è logico, mi facevo un po' condizionare da questa serie di giudizi (almeno quelli che venivano da persone da me ritenute affidabili ed esperte).
Poi con calma, ieri (lunedì) mi sono studiato un po' le classifiche con i punteggi per zona, per giro e per numero di 0-1-2-3-5. Ho ripassato mentalmente le zone e sono convenuto a queste "considerazioni".
Premesso che le zone erano dieci, che il sabato si sono scatenati fiumi di pioggia, io rimango del parere che i tracciatori e tutti coloro che hanno contribuito a "disegnare" queste zone, abbiano svolto un lavoro egregio. E vi spiego il perché. La mattina della domenica, qualche rapido spostamento di freccia ha consentito di neutralizzare quei passaggi che sarebbero stati impossibili stante le variazioni subite dal terreno, solo la n.10 non ha subito quelle modifiche necessarie ed i soli tre a passare una volta ciascheduno a tre sono stati Justribo, Dario Re delle Gandine e Agostoni, tutti cinque per gli altri. Quindi, a parte l'errore della n.10, chi ha tracciato aveva pensato anche in che modo modificare rapidamente le zone e questo è un segno di grande esperienza. Le zone (tutte) erano ampie, con diverse possibilità di esercitare la propria fantasia nell'interpretarle come traiettoria, non c'erano curve impossibili e specialmente, pur creando una gara molto selettiva e spettacolare, non ho visto un passaggio che potesse mettere a repentaglio l'incolumità dei piloti (quelle zone per intenderci che o sù o…..meglio non pensarci!). Il lavoro dei giudici, seppur nelle consuete e, forse inevitabili, variazioni di pesi e misure tra una zona e l'altra, non è stato reso ancor più complicato da quei passaggi che costringono i piloti ad effettuare spostamenti obbligati. Certo, la gara è stata dura, ma lo è stata con un criterio che io condivido al 100%. 
Marcel Justribo ha girato a 65 ma credetemi, ha commesso degli errori che molti junior non avrebbero commesso, era per lui una di quelle giornate dove proprio "avresti fatto meglio a startene a casa" (capita anche ai grandi campioni come lui). La differenza di punti da Dario Re (72 tot) rafforza a mio avviso quest'impressione. Senza nulla togliere al nostro bravissimo Dario, che nonostante l'acciacco al ginocchio subito a Frosinone, continua a dimostrare di aver veramente meritato il numero che porta sul pettorale, la differenza, dicevo, che ancora lo separa da un Justribo in forma, non è così esigua. Terzo un bravo Agostoni che, questa volta ha sbagliato meno nella media dei tre giri, a parte un secondo a 34, il 29 del primo ed il 25 del terzo, confermano che questa volta la concentrazione non è "saltata". Bravo Pietro. Dellio ha partorito un primo giro veramente disastroso, la cosa mi stupisce perché quando ci vuole grinta e tenacia, Stefano sbaglia raramente. 
Lenzi ha compiuto tre giri simili senza sapersi migliorare, forse con la colpevolezza della gran botta presa all'inizio del terzo giro. Orizio, a fine gara, era scontento, consapevole di aver alternato passaggi esemplari nei punti chiave e di aver lasciato manciate di piedi dove proprio non servivano. Va bene così Miki, l'esperienza che stai vivendo ti porterà sicuramente ad avere anche più concentrazione. Abbi un po' di pazienza. Che cosa volevi fare meglio di così? Gara dura per gli expert, i punteggi lo confermano ma se non li mettiamo nelle condizioni di crescere all'interno del loro campionato, cosa vogliamo sperare quando poi mettono il naso fuori dai confini? Va bene così, zone dure ma non pericolose, per crescere senza rischiare di compromettere la stagione per una caduta da 4-5 metri che raramente perdona e che di crescita (a parte i peli sullo stomaco) non te ne fa fare.
Senior nelle medesime condizioni, con i primi tre (Maurino, Molteni, Vitali) che chiudono a 50 - 62 - 66. Qui ci troviamo tra semiprofessionisti, a volte anche solo appassionati. Giusto dargli modo di crescere rischiando ancora meno.
Gli Junior con al primo posto il bravo Pradelli (29) con qualche piede veramente inutile, Duclos (35) e Bruni (36) e Bauce (36) 4° per differenza di uno. Mi sembra che anche in questo caso i punteggi siano calati in modo omogeneo rispetto alle categorie superiori. Tutta gente che il lunedì torna al lavoro ma molto più spesso a scuola. Non è un fattore da dimenticare.
Master è la categoria che in queste situazioni, normalmente, soffre sempre di più, in particolar modo quando le zone sono tracciate con sgarbo, la vittoria di Donchi (20), un pilota che tutti conosciamo da anni, con una carriera veramente piena di soddisfazioni, in queste gare ci sguazza alla grande, la sua guida è fatta di estrema pulizia, nessun acrobatismo inutile, traiettorie sapienti e molta tenacia. Se le zone fossero state di altro tipo, quelle cioè da spostare in movimento, fare una volée dopo l'altra, ecc. ecc. probabilmente non avrebbe ottenuto un distacco così netto dal pur bravo Buschi (29), dotato però di una guida sicuramente più "moderna". Il terzo posto del "vecchio" Andreoli (36) è una ulteriore conferma a quanto sopra.
Prima di concludere lasciatemi chiarire una cosa, io sono totalmente convinto che l'attuale regolamento abbia ridato al trial quella personalità che nel corso degli anni aveva perso, anche i piloti stessi credo, seppur all'inizio un poco titubanti, ora ne siano quasi tutti convinti, i giudici hanno meno problemi di prima, i tracciatori specialmente, perché con le capacità acquisite dai piloti, di mettersi dritti di fronte ad ogni ostacolo, l'alternativa era quella di aumentare sempre più le altezze e questo non aveva senso. Ora metti giù due curve viscide in contropendenza alla fine delle quali si trovano un gradino di 1 metro e il gioco è fatto, molta tecnica rischi limitati. Il pubblico poi, si diverte molto di più, riuscendo a capire più facilmente la vera essenza del nostro sport. Voglio anche rivolgere un invito (un umile consiglio) a tutti quei ragazzi che si esibiscono in bellissimi quanto inutili spostamenti del posteriore, inutili perché eseguiti anche dove lo spazio non te lo impone, impegnatevi a fare le curve caricando la moto nel modo più opportuno e sfruttando al massimo lo spazio disponibile, ne trarrete vantaggio anche in ogni altra occasione. 
Per finire, e mi farebbe piacere veramente conoscere il parere di altri appassionati, credo che la strada seguita a Torrebelvicino sia quella giusta (rinnovo i complimenti agli organizzatori), saper fare alchimie di questo tipo non è facile ma se chi organizza le gare del nostro massimo campionato, parte almeno con questo intento comune, sono certo che il nostro trial ne potrà trarre solo giovamento per il futuro. 

20 marzo 2001


mace@mototrial.it